“La strada da percorrere è ancora lunga ma un passo indietro adesso sarebbe un errore strategico e politico oltre che un tradimento delle legittime aspirazioni del popolo ucraino per la sua indipendenza”. A dirlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante il question time alla Camera di ieri. Un intervento a tutto tondo in cui il co-fondatore di Fratelli d’Italia ha spiegato la sua teoria secondo cui “l’aumento delle spese per la Difesa non è segno di un orientamento bellicistica ma di un investimento in pace e stabilità”.
Il ministro della Difesa Crosetto si lamenta: bisogna aumentare la spesa militare. La sinistra insorge e chiede di destinare più fondi a Sanità e scuola
“La nostra economia si difende anche prevenendo gli attacchi degli Houthi in Mar Rosso, questo lo si fa con delle navi militari, purtroppo, non c’è altra via. La nostra presenza in Africa è anch’essa spesa della difesa”, ha evidenziato Crosetto aggiungendo che “la Difesa è una delle funzioni principali di ogni Stato” e che “la nostra libertà ha un costo. Non è un capriccio del ministro di turno ma parte fondamentale della difesa di una nazione”.
Per tutte queste ragioni, assicura, “continuerà l’impegno a favore dell’Ucraina, ma nell’ambito degli stanziamenti di bilancio e delle risorse disponibili. Quindi tutto ciò che non è previsto come stanziamento di bilancio, o non è disponibile nelle riserve italiane, non può essere dato”, assicurando anche che “non ci sono spese nascoste dentro l’accordo” sulla sicurezza siglato tra Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky, e che questo “implica soltanto la volontà e l’impegno dell’Italia di schierarsi, nei prossimi dieci anni, a fianco di una nazione invasa”.
“La percentuale di spesa per la difesa del 2% del Pil non è più un punto di arrivo ma di partenza”
Un lungo intervento in cui si è parlato anche delle spese militari con Crosetto che si è detto convinto che “dopo il vertice di Vilnius, la percentuale di spesa per la difesa del 2% del Pil non è più un punto di arrivo ma di partenza”, aggiungendo che l’Italia, a suo dire, “continua a spendere sempre meno, cosa che non mi rende affatto felice”.
Proprio il capitolo degli investimenti in armi è quello che più di tutti infuoca il dibattito con le opposizioni che per bocca di Filiberto Zaratti di Avs, replicando al ministro, sono andate all’attacco spiegando che “noi abbiamo bisogno di meno armi e più granai, meno armi e più ospedali, meno armi e più stato sociale. La sicurezza italiana si basa sulla diplomazia, non sui 142 tank che comprerete dalla Germania”.