Da un lato, il presidente francese Emmanuel Macron ha già sciolto l’Assemblea Nazionale e convocato nuove elezioni; dall’altro, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, nonostante una pesante sconfitta elettorale in queste europee, sta facendo di tutto per resistere. È chiaro a tutti che i due leader europei, espressione della politica bellicista in chiave anti-russa, siano i grandi sconfitti di queste elezioni. Un rigetto di una linea di condotta che continua ad avvicinare il rischio di un’escalation del conflitto in Ucraina, vissuto in modo diametralmente opposto a Parigi e Berlino. A Parigi, Macron ha sorpreso tutti annunciando il ritorno alle urne quando erano appena iniziati gli exit poll.
Il disastro di Scholz alle europee
A Berlino, le opposizioni di destra chiedono un passo indietro al cancelliere, che però intende resistere: “Neanche per un secondo abbiamo pensato alle nuove elezioni in Germania. La data delle elezioni regolari è già prevista il prossimo autunno. È quello che programmiamo di fare”, ha detto il portavoce di Scholz, Steffen Hebestreit, in una conferenza stampa per commentare la débâcle del partito SPD, che a sorpresa è arrivato terzo, addirittura dietro all’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD).
Malgrado le richieste di dimissioni che stanno piovendo su Scholz, il suo partito e quelli che compongono la sua coalizione di governo provano a fare fronte comune. Come spiegato dal presidente dei socialdemocratici, Lars Klingbeil: “Le cose ora devono andare diversamente, perché abbiamo condotto la nostra campagna elettorale come un team, ma le cose non hanno funzionato come previsto. SPD non farà più come accadeva qualche anno fa, quando di fronte alla prima sconfitta elettorale si cercava un capro espiatorio. Abbiamo lavorato insieme, abbiamo perso insieme e insieme usciremo da questa situazione”.
I partiti della coalizione di governo “dovranno avere un altro atteggiamento e litigare di meno”, concentrandosi “sui bisogni dei lavoratori”. Per Scholz, mantenere il potere non sarà facile, dato che la co-leader dell’AfD, Alice Weidel, ha subito replicato: “Le elezioni europee sono state qualcosa di più: la Germania ha votato contemporaneamente contro il Cancelliere e la coalizione di governo. Per Scholz ora c’è solo un compito: spianare la strada a nuove elezioni invece di governare per un altro anno contro la stragrande maggioranza della popolazione!”.
Europee amare per Macron, il leader francese alza bandiera bianca e annuncia il ritorno alle urne
Ben diverso lo scenario politico in Francia, dove Macron ha colto tutti di sorpresa e, preso atto del disastro con Rassemblement National di Marine Le Pen che ha ottenuto il 31,5% dei voti, ha immediatamente annunciato il ritorno alle urne. Valérie Hayer, capolista del partito di Macron Renaissance, si è fermata al 14,6%. Macron ha dichiarato: “Non posso fare come se niente fosse, ho deciso di ridare a voi la scelta sul vostro futuro parlamentare con il voto. Sciolgo questa sera l’Assemblée Nationale. La Francia ha bisogno di una maggioranza chiara per agire nella serenità e nella concordia”. Secondo il leader dell’Eliseo: “Il voto non è un buon risultato per i partiti che difendono l’Europa. L’avanzata dei nazionalisti e dei demagoghi è un pericolo per la nostra nazione, ma anche per la nostra Europa, per il posto della Francia in Europa e nel mondo”.
Dicendosi “fiducioso nelle capacità” dei francesi “di fare la scelta giusta per sé e per le generazioni future”, ha preannunciato l’intenzione di darsi da fare per fermare l’avanzata di Le Pen. Il problema è che in queste elezioni europee, in Francia, le destre hanno ottenuto un risultato superiore al 40% e, se si presentassero compatte, potrebbero finire per prendere il potere, complice anche le numerose liti interne al fronte di centrosinistra.
La leader di Rassemblement National ha risposto a Macron dichiarando: “Non posso che salutare con favore questa decisione. Siamo pronti a governare se i francesi vorranno darci fiducia in queste future elezioni legislative. Siamo pronti a risollevare il Paese, pronti a difendere gli interessi dei francesi, pronti a porre fine a questa immigrazione di massa, pronti a fare del potere d’acquisto dei francesi una priorità, pronti ad avviare la reindustrializzazione del Paese”.