Crolla la produzione di Stellantis in Italia: ritorno ai livelli del 1956

La produzione di Stellantis in Italia nei primi tre mesi del 2025 crolla e torna indietro di oltre mezzo secolo, sui livelli del 1956.

Crolla la produzione di Stellantis in Italia: ritorno ai livelli del 1956

Un passo indietro, se così si può definire, di 69 anni. Un ritorno ai livelli produttivi del 1956. La crisi di Stellantis in Italia è tutta in questi numeri e dimostra come il piano di rilancio promesso dall’azienda, e tanto elogiato dal governo, è ancora lontanissimo. I primi tre mesi del 2025 hanno fatto segnare una produzione in forte peggioramento, come emerge dal report Fim Cisl. Peraltro rispetto a un già drammatico 2024, definito non a caso “anno nero”.

Tra auto e furgoni commerciali sono state prodotte 109.900 unità, con un calo in un anno del 35,5%. Ed è difficile pensare che la situazione possa migliorare nei prossimi mesi con l’introduzione dei dazi. La certezza è che quello del 2025 è il dato più basso registrato dal 1956, quando il mercato dell’auto era ben diverso, con tutt’altro utilizzo dei veicoli e una situazione economica molto differente da quella attuale. Nello specifico, le auto prodotte nel primo trimestre del 2025 sono state 60.533 (-42,5%), i veicoli commerciali sono stati 49.367 (-24,2%). Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl, sottolinea come “tutti gli stabilimenti di auto e veicoli commerciali sono in rosso e i dazi aggraveranno ulteriormente la situazione”.

La crisi di Stellantis in Italia, crolla la produzione: salto indietro di oltre mezzo secolo

Nello stabilimento Stellantis di Melfi la produzione è scesa del 64,6%, un dato che si somma alle già “forti riduzioni degli ultimi anni”. La cifra di veicoli prodotti è inferiore a quota diecimila: parliamo dello stabilimento che, insieme a Pomigliano, fa segnare la peggior perdita, con oltre 16mila unità in meno rispetto al 2024. Una perdita che è addirittura dell’86% rispetto al periodo pre-Covid. E a rimetterci sono, ovviamente, i lavoratori: nel primo trimestre si sono registrati 13 giorni gestiti con il contratto di solidarietà, mentre negli altri giorni l’utilizzo del Cds è stato circa del 65%, “pari a una media di circa tremila lavoratori ogni giorno”.

Il calo produttivo riguarda anche gli altri stabilimenti: a Mirafiori la riduzione è del 22,2%, con la quasi totalità dei volumi legata alla 500 elettrica, con il quasi azzeramento della produzione di Maserati. E nessun miglioramento è atteso fino a novembre 2025, con il lancio produttivo della 500 ibrida. A Modena, con sole 30 Maserati prodotte, si è registrato il calo peggiore (-71%). “Era noto che il 2025 sarebbe stato un anno in sofferenza in quanto i nuovi lanci produttivi nel corso dell’anno di Melfi, Mirafiori e Cassino avrebbero impattato nel 2026”, spiega Uliano. Che di certo non si aspettava un netto miglioramento rispetto allo scorso drammatico anno, “ma nemmeno un dato così negativo”.