Crisi di Governo, Draghi potrebbe dimettersi? Se le tensioni tra il premier e il M5S dovessero esplodere in modo definitivo, quali potrebbero essere gli scenari politici possibili in Italia?
Crisi di Governo, Draghi si dimette?
Nel caso in cui il Movimento 5 Stelle dovessero confermare la decisione di lasciare l’Aula del Senato durante il voto sul dl Aiuti e sulla fiducia al Governo, come già comunicato nella tarda serata di mercoledì 13 luglio, l’Italia si ritroverà ad affrontare una dirompente crisi. Una crisi politica e non parlamentare.
Anche se il M5S dovesse lasciare la maggioranza di Governo, infatti, il presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe ancora i numeri per continuare a guidare l’esecutivo. Ciononostante, il premier ha dichiarato in più di una circostanza: “Per me non c’è governo senza il Movimento 5 Stelle e non c’è un governo Draghi altro che l’attuale”.
In questo contesto, quindi, è molto probabile che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non proceda immediatamente a inaugurare un eventuale Draghi bis ma rimandi il Governo alle Camere al fine di verificare la fiducia, come richiesto dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.
Nel caso in cui dovesse prevalere l’ipotesi delle urne, invece, bisogna considerare che le date possibili per andare al voto entro la fine dell’anno potrebbero essere solo il 25 settembre o il 10 ottobre. Oppure il Quirinale potrebbe optare per l’istituzione di un governo che accompagni l’Italia alle urne nel mese di febbraio 2023.
Quali sono gli scenari possibili in Italia
In caso di ufficializzazione della crisi di Governo in Italia, il Paese potrebbe ritrovarsi dinanzi a quattro scenari differenti:
- Dimissioni del premier Draghi e conseguenti elezioni immediate: questo, appunto, è lo scenario maggiormente atteso soprattutto in considerazione delle posizioni espresse dall’ex governatore della Bce. Si andrebbe, quindi, alle urne nel mese di settembre o di ottobre;
- Istituzione di un nuovo governo e voto a febbraio 2023: il ruolo di premier verrebbe assegnato a un uomo di fiducia di Draghi come, ad esempio, il ministro dell’Economia Daniele Franco che potrebbe portare avanti il lavoro sui dossier più importanti, andando alle urne a febbraio;
- Riconferma del premier Draghi con una nuova fiducia: dopo aver rassegnato le dimissioni, il presidente della Repubblica potrebbe rimandare Draghi alle Camere. Il premier detterebbe regole “di convenienza” alla maggioranza e, nel caso in cui il M5S votasse la fiducia, la crisi risulterebbe sanata;
- Istituzione di un Governo Draghi senza il M5S: ipotesi già esclusa dalla maggioranza. Il leader della Lega, Matteo Salvini, infatti, ha già affermato di voler andare al voto.