Doveva riferire in Aula sulle concessioni balneari ma all’ultimo secondo la ministra Daniela Santanchè ha dovuto dare forfait al question time, delegando il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani di rispondere alle critiche delle opposizioni. C’è da chiedersi se dietro la decisione della titolare del Turismo non ci sia il tentativo di tirarsi fuori dalle polemiche politiche che di recente l’hanno travolta, causando non poche tensioni anche all’interno del governo come riportato nei mesi scorsi da diverse testate giornalistiche.
Del resto le opposizioni erano pronte a dare battaglia denunciando una situazione paradossale con una ministra che è oggettivamente ricca – cosa che chiaramente non è una colpa -, come testimoniato dai redditi dei ministri pubblicati ieri che la vedono al secondo posto con 298 mila euro dietro a Guido Crosetto con 895 mila euro e davanti a Giorgia Meloni con 293 mila euro, ma che di recente ha visto finire in liquidazione la Ki Group, ossia la società già amministrata dalla ministra del Turismo – azienda da cui era uscita nel 2021 e che per questo si definisce “estranea ai fatti” – e dall’ex compagno Canio Mazzaro, su ordine del tribunale di Milano.
Decisione a seguito della quale la Procura di Milano è già al lavoro per ricostruire, nell’ambito di un nuovo fascicolo in cui si ipotizza la bancarotta, rapporti e cariche societarie per arrivare a muovere contestazioni sul crac ad amministratori ed ex. Ma non è tutto. La stessa Santanchè a cui le opposizioni avrebbero chiesto conto anche dell’opportunità di affrontare il dossier delle concessioni balneari, il quale ci ha portato in rotta di collisione con Bruxelles, vista la vicenda dello stabilimento Twiga, di cui era co-titolare insieme a Flavio Briatore, ma da cui era dovuta uscire di fretta e furia prima di essere nominata ministra, vendendo la sua quota al compagno Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena, per evitare un possibile conflitto di interessi.
L’interrogazione sulle concessioni balneari a Santanchè
Fantapolitica? Forse. Quel che è certo è che Ciriani ha dovuto affrontare l’interrogazione parlamentare a cui la Santanché ha rinunciato perché “impossibilitata ad essere presente in Aula” come comunicato in apertura del question time dal vicepresidente della Camera, Sergio Costa. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, incalzato sulla questione delle concessioni, ha spiegato che “la tutela delle nostre imprese balneari è una priorità ed è necessario trovare una soluzione che anche in coerenza con il diritto dell’Unione tenga conto delle peculiarità delle nostre coste e del sistema balneare”.
“Come già chiarito dalla presidente del Consiglio, il governo terrà conto delle indicazioni del presidente della Repubblica anche riguardo il commercio ambulante” ha continuato Ciriani, aggiungendo che “giova ricordare che il sistema balneare è complesso, eterogeneo e in costante evoluzione, composto per lo più da piccole aziende che costituiscono il motore vitale della nostra economia turistica” e che “è intenzione del governo rispondere ai rilievi formulati dall’Ue proseguendo l’interlocuzione con le autorità con riguardo a tutti gli aspetti rilevanti ai fini dell’applicazione della disciplina contenuta nella cosiddetta direttiva Bolkestein, ivi compreso quello afferente alla scarsità della risorsa”.
Lo stesso, in conclusione del suo intervento, ha spiegato che “del resto la stessa Commissione ha indicato nel dialogo e nella cooperazione la via preferibile per pervenire all’elaborazione di una regolamentazione condivisa, che, nell’intenzione del Governo, deve promuovere e valorizzare il settore economico del turismo balneare e, al contempo, deve consentire di definire una cornice normativa che, in linea con le indicazioni del diritto dell’Unione europea, fornisca quella certezza giuridica indispensabile per l’effettuazione di nuovi investimenti e, più in generale, per lo sviluppo del settore”.
Parole a cui ha controbattuto in Aula la deputata Giulia Pastorello di Azione spiegando che a suo dire “la risposta non fa granché rispetto alla promesse vaghe già fatte dal Presidente del Consiglio e che ad oggi non hanno trovato nessuna concretezza”. “Abbiamo visto un interesse nella tutela delle imprese italiane che, però, si dimentica la tutela degli italiani perché non ci sono solo le imprese balneari e gli ambulanti ma ci sono anche i cittadini che amano l’idea della concorrenza e non perché questa sia buona in sé ma perché porta benefici, rinnovamento, qualità e magari anche abbassamenti dei prezzi” ha aggiunto. “Il fatto che il governo dica che continuerà a discutere con l’Ue non risponde al nostro quesito, non ci dice come il governo intende correggere i numerosi errori che noi vediamo. A partire dal timidissimo decreto asset per la questione dei dazi, per non parlare delle scandalose proroghe che a detta del presidente Mattarella per gli ambulanti non hanno motivo di esistere e, in ultimo, per le creative mappature e soluzioni che state cercando sui balneari” ha concluso.
La coda di polemiche
Malgrado la ministra non si sia presentata in Aula, non accennano a diminuire le polemiche. “Quando dice che non aveva alcun ruolo operativo in Ki Group Daniela Santanchè continua forse a mentire? Ha dimenticato che Report ha già mandato in onda i filmati e gli sms che la smentiscono, così come è ormai noto da settimane il patto parasociale in base al quale le era attribuito un ruolo decisionale nella controllante Bioera?” ha tuonato la senatrice Sabrina Licheri, capogruppo M5S in commissione Turismo. La stessa ha aggiunto: “È stata o meno ‘amministratore di fatto’ della società intrattenendo rapporto diretti con i dipendenti e impartendo loro direttive aziendali, come da prove documentali e testimonianze fornite dagli stessi suoi ex dipendenti? Per quanto ancora può andare avanti un governo con tali e tanti casi imbarazzanti che mettono in discussione l’onore e il prestigio delle istituzioni?”.
Duro anche il senatore M5S Marco Croatti che fa notare come “nel question time è stato posto con forza il problema delle concessioni demaniali marittime scadute, lo ricordiamo, il 31 dicembre scorso e della mancata applicazione della direttiva Bolkestein che potrebbe costare al Paese e a tutti i cittadini una costosa infrazione comunitaria. La risposta del governo è stata nulla, assente, esattamente come la ministra Santanchè che ha preferito non presentarsi in aula e si è fatta sostituire da un collega”. Poi ha concluso: “Il governo protegge una lobby i cui privilegi sono lontani dagli interessi degli italiani”.