Ilaria Fontana, capogruppo M5S in Commissione Ambiente alla Camera, come si presenterà il governo Meloni alla Cop28?
“Purtroppo non ci aspettiamo nulla di buono perché a rappresentarci ci saranno gli esponenti di un governo negazionista, che la crisi climatica non ha fatto altro che alimentarla favorendo l’industria fossile, pensando all’Italia come hub del gas, tagliando fondi contro il dissesto idrogeologico, promuovendo un famigerato Piano Mattei e il nucleare come soluzione salva-clima, facendo ostracismo al regolamento Ue sulle auto green e una battaglia senza quartiere all’efficientamento energetico degli edifici. Il M5S si dissocia da queste politiche energetiche e ambientali che promuovono solo stagnazione ecologica. Restiamo convinti, al contrario, che la transizione sia una grande opportunità economica e sociale”.
Cosa chiedevate nella vostra mozione sul clima e perché il governo l’ha bocciata?
“Il Governo non è entrato nel merito dei temi, ma ha semplicemente cassato in blocco tutte le mozioni diverse dalla propria. All’Esecutivo chiedevamo di cambiare in fretta traiettoria con impegni concreti per abbattere le fossili ed eliminare tutti i sussidi in loro favore, definire un piano di lavoro sulla mitigazione e l’adattamento all’interno del quale integrare anche la biodiversità, creare un sistema alimentare equo e sostenibile, dare un chiaro mandato alle società partecipate controllate dallo Stato ad allineare i propri piani di sviluppo agli obiettivi climatici. Chiedevamo di considerare la decarbonizzazione urgente e non rinviabile. Impegni perfettamente ascrivibili nella cornice delle evidenze scientifiche che ci impongono di cambiare passo. Purtroppo a questo Governo sono mancati e continuano a mancare visione e coraggio. Non agire o, peggio, negare che la crisi non ci sia è anche un gesto immorale nei confronti di quel principio di equità intergenerazionale che tutti dovremmo perseguire, ovvero la capacità di assicurare alle future generazioni le stesse risorse e possibilità a disposizione di quelle attuali”.
Motori termici, imballaggi, case green, inceneritori. Le destre anche in Europa assumono posizioni di retroguardia sull’ambiente.
“Le destre sull’ambiente assumono posizioni di retroguardia, punto. Non si tratta di essere allarmisti, ma di prendere atto di una crisi climatica ed ecosistemica che è reale e impatta sulle società, in termini di povertà, aumento delle disuguaglianze, instabilità politica, insicurezza, conflitti e migrazioni forzate. Fare finta che il problema non esista e ostinarsi a negare la correlazione tra cambiamenti climatici e fenomeni meteorologici estremi non solo è irresponsabile, ma anche pericoloso. Senza visione, coraggio e senso di urgenza per pianificare i giusti interventi e accompagnare questa transizione in modo giusto, equo e inclusivo, ci ritroveremo solo a pagare un conto molto salato”.