In marcia per la pace così da convincere Bruxelles e l’Onu per promuovere una conferenza che fermi le ostilità in Ucraina. Questo il principale – ma non l’unico – obiettivo della manifestazione nazionale organizzata da numerose realtà, a partire da Acli e Arci, e promossa dal leader M5S Giuseppe Conte, che si terrà il prossimo 5 novembre a Roma.
La marcia per la pace promossa da Conte e in programma il 5 novembre a Roma è già un successo
Un evento che malgrado lo scetticismo delle élite e dei media mainstream che stanno centellinando le informazioni, giorno dopo giorno continua a vedere nuove adesioni. E non si tratta di una frase fatta perché basta consultare la locandina della marcia per la pace per capirlo visto che ben due pagine sono interamente dedicate all’elenco delle sigle che promuovono l’evento. Un interesse per la marcia su cui ieri sono arrivate diverse benedizioni.
Il segretario della Cgil Landini ha già annunciato che parteciperà alla manifestazione
“Il 5 novembre anche noi saremo in piazza assieme a una quantità enorme di associazioni, alle altre organizzazioni sindacali perché bisogna fermare questa guerra. Non possiamo accettare che il conflitto torni ad essere lo strumento che regoli i rapporti tra Stati” ha spiegato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Il sindacalista sa bene che bisogna portare in piazza il maggior numero di persone possibili così da far arrivare il messaggio a Bruxelles e Onu visto che “non vogliamo che questo diventi una guerra nucleare. È il momento di scendere in piazza, di chiedere a tutti gli stati a partire dall’Europa che si torni a discutere”.
“Le nostre rivendicazioni sono molto precise: un cessate il fuoco, che si apra un negoziato e che si arrivi ad una conferenza di pace come invoca il nostro Presidente della Repubblica” aggiunge Landini sottolineando che “condividiamo anche i messaggi che Papa Francesco ha avanzato”.
Padre Zanotelli: “Il 5 novembre ci sarò anch’io in piazza perché nessuno può tirarsi indietro in questo momento”
Altra adesione è quella che arriva da padre Alex Zanotelli, missionario colombiano 84enne, che si è sempre battuto contro i governi che commerciano in armi. “Il 5 novembre ci sarò anch’io in piazza perché nessuno può tirarsi indietro in questo momento: serve una manifestazione unitaria, senza bandiere se non quella della pace” ha spiegato il religioso.
Lo stesso, sentito dal Fatto Quotidiano, ha anche fissato gli obiettivi di questa mobilitazione dicendo di non aspettarsi “di arrivare ad avere in piazza milioni di persone come nel 2003” ma di potersi accontentare “di cinquecentomila partecipanti”, aggiungendo che per riuscirci “serve che ciascuno faccia la sua parte, che anche le parrocchie scelgano di esserci e che si possa andare oltre i distinguo”.
Parole che sembrano indirizzate sia verso quanti nel Centrodestra si professano cattolici ma non aderiscono, che nei confronti del Pd e del Terzo polo che sono piuttosto tiepidi. Proprio i dem sembrano scontare una spaccatura al proprio interno tra chi intendono rispondere presente, a partire dal segretario Enrico Letta che ha già chiarito che parteciperà alla marcia per la pace, e quanti sono scettici perché ritengono sbagliata l’impostazione dell’evento che si pone in posizione di equidistanza tra i russi invasori e gli ucraini invasi.
Pecoraro Scanio: “Basta divisioni e gelosie. Il 5 novembre tutti a Roma”
Distinzioni semantiche che lasciano il tempo che trovano visto che l’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di arrivare al cessate il fuoco il prima possibile. Lo ha ribadito Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde e già ministro, che ieri ha tuonato: “Basta divisioni e gelosie. Il 5 novembre tutti a Roma per la manifestazione della pace, bisogna disdire o rinviare altre iniziative di parte”.