Crescita e consumi al palo e dai dazi il colpo di grazia

La Uil lancia l'allarme sui dazi: "A rischio oltre 50mila posti di lavoro". E intanto la crescita arranca e le vendite al dettaglio scendono.

Crescita e consumi al palo e dai dazi il colpo di grazia

La crescita arranca, i consumi non ripartono mettendo in crisi il commercio e il colpo di grazia finale possono darlo i dazi. La guerra commerciale invocata da Donald Trump, alleato del governo italiano che continua a difendere il neo-presidente Usa, può costare all’Italia oltre 50mila posti di lavoro. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenuto in occasione della celebrazione dei 75 anni del sindacato. I dazi potranno essere “un problema per l’Europa e per l’Italia – afferma – alcuni calcoli parlano di un danno di svariati miliardi e rischiamo di perdere oltre 50mila posti di lavoro”.

Nonostante questo, c’è chi continua a non preoccuparsi dei dazi, come nel caso di Matteo Salvini, secondo il quale “non dobbiamo aver paura della competizione: l’Italia deve avere paura dell’idiozia di alcuni che comandano in Europa, non dei dazi degli Stati Uniti”. Intanto sui dazi verso Canada e Messico, Trump ammorbidisce la linea, concedendo un’esenzione di un mese per l’industria dell’auto. Il clima con i due Paesi non è però sereno, tanto che anche la telefonata con il premier canadese, Justin Trudeau, non sembra portare a risultati, con toni duri da parte del presidente Usa.

Non solo i dazi, la crescita arranca e le vendite al dettaglio crollano

L’Italia, per il momento, sembra non prendere troppo seriamente la sfida dei dazi. Ma intanto l’economia del nostro Paese ha altri problemi a cui pensare. E anche quelle che sembrano parziali buone notizie, non lo sono poi più di tanto. Parliamo del Pil del quarto trimestre del 2024, la cui stima è stata rivista al rialzo. Ma si passa da una variazione nulla a un +0,1% rispetto al trimestre precedente e +0,6% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Insomma “un lieve rialzo rispetto alla stima preliminare”, spiega l’Istat, che non spingerà l’economia italiana. Tanto che la variazione acquisita per il 2025 è solo dello 0,1%.

In più l’anno nuovo si apre con cali congiunturali delle vendite al dettaglio, sia su base mensile che trimestrale. A gennaio la variazione congiunturale è stata negativa in valore del -0,4% e in volume del -0,6%. In flessione sia le vendite dei beni alimentari (-0,3% in valore e -0,5% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (-0,5% in valore e -0,7% in volume). Su base tendenziale, le vendite al dettaglio aumentano dello 0,9% in valore e scendono invece dello 0,2% in volume. E anche le vendite dei beni alimentari crescono del 2,1% in valore ma sono stabili in volume. Dati “allarmanti” per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: “Peggio di così non si può, non si salva nessuno!”. Confesercenti sottolinea invece come si tratti del “peggior gennaio degli ultimi tre anni”.