Cresce il fronte no-stadio del Milan: anche la Cia si schiera contro l’opera

Gli agricoltori a difesa del Parco Sud e del territorio verde. Il direttore Cia Santeramo: “Preoccupati per il consumo di suolo”.

Cresce il fronte no-stadio del Milan: anche la Cia si schiera contro l’opera

Nonostante il silenzio di media e istituzioni, si allarga il fronte del “no” al nuovo stadio del Milan a San Donato. Accanto ai comitati cittadini, ai monaci di Chiaravalle, alla Curia, alle principali associazioni ambientaliste, si schiera ora anche la Confederazione Italiana degli Agricoltori (Cia). E lo fa per bocca del direttore della Lombardia, Paola Santeramo, che a La Notizia ha voluto chiarire tutta la sua preoccupazione non solo per le sorti del Parco Agricolo Sud, ma per tutto il territorio lombardo, minacciato dal cemento.

Direttore, voi vi occupate della salvaguardia del territorio agricolo, cosa ne pensate del progetto dello stadio a San Donato?
È una follia che ci ha lasciato basiti. Per San Donato, ma come per Rozzano (dove l’Inter vorrebbe costruire il proprio impianto, sebbene lì l’iter sia ancora embrionale, ndr) siamo fortemente preoccupati per la deriva cementificatrice, che assale la Lombardia.

La giunta Fontana si sta distinguendo per i chilometri quadrati mangiati dal cemento…
Non c’è solo San Donato, pensiamo alla Tratta ‘D Breve’ dell’Autostrada Pedemontana, che mette a rischio intere porzioni dei territori della Brianza, un’altra ferita bruttissima, che speriamo si riesca a bloccare. C’è la Tangenziale verso Malpensa che taglia il Parco Sud ad Albairate, ma potremmo continuare a lungo… Siamo preoccupati perché poi la Ue delibera sul consumo di suolo, ma i limiti arrivano sempre troppo in là nel tempo. E nel mentre, noi in Lombardia continuiamo a consumare ettari ed ettari.

Crede sia inconsapevolezza della giunta Fontana o che ci sia altro?
Di sicuro c’è uno strabismo che ci preoccupa. Non è più neanche inconsapevolezza, parlerei ormai di irresponsabilità nella gestione dei beni pubblici.

Un giudizio tranchant…
Tutti i giorni come Cia siamo tirati per la giacchetta dalle istituzioni nazionali e regionali su questioni inerenti il cibo, l’acqua, la tutela del territorio. L’altro giorno, per esempio, eravamo in Regione per parlare della multa europea per l’infrazione della direttiva Aria. L’assessore ha chiesto a tutti i presenti idee e contributi per abbassare i valori nocivi nell’aria. Tutti abbiamo fatto proposte e riflessioni. Ma poi leggiamo della folle proposta dello stadio a San Donato…

Regione fa poco per tutelare l’ambiente?
Solo due giorni fa è passato il nuovo regolamento europeo sulla rinaturalizzazione e contro il consumo di suolo. Invece di prendere decisioni in quel senso, ci troviamo a discutere degli interessi che ruotano attorno al progetto stadio dei Rossoneri! Le persone si devono rendere conto di dove ci stanno portando le politiche lombarde…

Insomma, dagli agricoltori lombardi è un “no”…
Le dirò di più: al di là del fatto che questo stadio si realizzi o non si realizzi – e io spero di no – il problema è che ogni giorno il Parco agricolo sud viene assalito dal cemento. Qui parliamo di 650mila mq di verde destinati ad andare in fumo. Come Cia ci si chiede di produrre sempre più cibo, ma contemporaneamente la Regione permette che i terreni coltivabili vengano mangiati dal cemento… Inoltre in Lombardia abbiamo un problema di drenaggio dell’acqua e di dissesto idrogeologico e quel pezzo lì di San Donato ancora libero, per esempio, svolge funzioni ecosistemiche indispensabili: assorbe l’acqua, fa respirare quel pezzo di città, abbassa la temperatura d’estate.

Alcuni potrebbero accusarvi di essere del “partito del no alle opere”…
Assolutamente no. Per noi è una questione strategica: se ci viene chiesto di produrre di più con meno mezzi di produzione, la superficie diventa fondamentale. E poi, se l’Europa ci impone di piantare 3 miliardi di alberi, da qualche parte dovemmo pur piantarli, o no?