Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass, ha detto che il ritorno della Crimea all’Ucraina “è impossibile” perché è “una parte integrante della Russia”. Al momento, ha riferito ancora il portavoce di Vladimir Putin, Mosca non vede le condizioni per uno “sviluppo pacifico”, dunque l’operazione militare russa continuerà.
La Russia, ha detto il portavoce del Cremlino Peskov, non vede le condizioni per uno “sviluppo pacifico” del conflitto in Ucraina
Il Cremlino, ha aggiunto Peskov, “presta molta attenzione” al piano della Cina per una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina. Il portavoce del Cremlino ha aggiunto che i dettagli della proposta cinese “vanno analizzati attentamente tenendo conto degli interessi di tutte le parti”.
“Qualsiasi tentativo di sviluppare piani che aiutino a trasferire il conflitto verso un corso pacifico merita attenzione”, ha dichiarato Peskov alla stampa. “Trattiamo il piano dei nostri amici cinesi con grande attenzione”, ha proseguito, “per quanto riguarda i dettagli, dovrebbero essere oggetto di un’attenta analisi, tenendo conto degli interessi, molto diversi, delle parti. Si tratta di un processo molto lungo”.
I ripetuti attacchi russi a Mariupol preoccupano gli 007 britannici
Preoccupano, intanto, i ripetuti attacchi russi a Mariupol, città ucraina a 80 chilometri dalla linea del fronte, caduta in mano all’esercito del Cremlino a maggio. L’intelligence del ministero della Difesa britannico, nel suo consueto report giornaliero, riferisce che dal 21 febbraio scorso, funzionari filo-russi hanno segnalato almeno 14 esplosioni intorno a Mariupol. I siti degli attacchi includono un deposito di munizioni all’aeroporto, due depositi di carburante e un’acciaieria che la Russia utilizza come base militare.
L’esercito russo aveva valutato in precedenza – afferma il report dell’intelligence militare di Londra – che Mariupol fosse fuori dalla portata delle capacità di attacco ucraine. Sebbene ampiamente devastata, è la più grande città conquistata da Mosca l’anno scorso e si trova su una rotta logistica chiave.
Nella notte massiccio attacco con droni contro la città dell’Ucraina occidentale Khmelnytskyi
La scorsa notte un massiccio attacco è stato lanciato dall’esercito russo, con droni iraniani Shahed e razzi, nella notte e fino a questa mattina, contro la città dell’Ucraina occidentale Khmelnytskyi. I media ucraini riferiscono che un civile è rimasto ucciso e altri quattro feriti.
“Un altro massiccio attacco terroristico contro la comunità di Khmelnytskyi. Questa volta il nemico ha usato droni. Finora sappiamo di un morto e 4 feriti”, ha detto il sindaco di Khmelnytskyi, spiegando che numerosi edifici residenziali sono stati colpiti e sono scoppiati incendi. Le unità militari ucraine hanno abbattuto 11 droni.
Abbattuti nove droni russi nello spazio aereo di Kiev
“Questa notte gli invasori russi hanno utilizzato 14 droni del tipo ‘Shahed’ sul territorio dell’Ucraina.Undici di questi droni sono stati abbattuti dai difensori ucraini” riferisce lo Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina su Facebook. “Nello spazio aereo intorno a Kiev – riferiscono i medi di Kiev citando fondi della Difesa -, 9 droni sono stati abbattuti. Secondo una valutazione preliminare, il nemico ha utilizzato munizioni di sbarramento Shahed. L’attacco con droni è stato effettuato in due ondate, allungate il più possibile nel tempo. In questo modo, il nemico ha cercato di realizzare il suo obiettivo tattico di esaurire la nostra difesa antiaerea. Ecco perché l’allerta aerea notturna a Kiev è durata cinque ore e mezza. Secondo i dati preliminari, non ci sono state vittime e colpi alle infrastruttura”.
Nel Mar Nero avvistato un sottomarino portamissili russo
Il Comando operativo Sud delle forze armate ucraine, citato da Unian, ha riferito che “questa mattina è stato schierato nel Mar Nero un sottomarino portamissili russo dotato di 4 Kalibr, oltre alle navi da guerra che si sono posizionate in precedenza”. Inoltre, sempre secondo la difesa di Kiev, c’è “un’alta probabilità di attacchi missilistici” perché Mosca insiste con le ricognizioni aeree.
Zelensky destituisce il comandante delle forze militari congiunte
Il comandante delle forze militari congiunte ucraine, generale Eduard Mykhailovich Moskalov, è stato destituito dal suo incarico con un decreto firmato ieri dal presidente Volodymyr Zelensky. Moskalov era stato nominato alla carica lo scorso marzo, quando il tenente Oleksandr Pavliuk era stato nominato capo dell’amministrazione militare regionale di Kiev. Zelensky al momento non ha ancora fornito spiegazioni.