I referendum di Lega e Radicali? “Pericolosi”. Mentre la riforma del Csm può essere utile solo se “può servire a restituire credibilità all’organo di governo autonomo della magistratura”. Il rapporto con la stampa, infine, rimane profondamente “delicato”. Questa la posizione di Rossella Marro, il presidente nazionale di Unicost.
Dottoressa, partiamo dai referendum indetti da Lega e Radicali…
Come ho già avuto modo di dire, ho assoluto rispetto per un istituto, quello del referendum, che ha segnato la nascita stessa della nostra Repubblica e che è stato alla base di tante conquiste di civiltà del Paese. Il mio auspicio è che i cittadini, qualora i quesiti verranno ammessi dalla Corte Costituzionale, siano messi in condizione di decidere sulla base di un’informazione completa, corretta ed approfondita. Alcuni quesiti referendari sono veicolati con messaggi semplici ma la realtà sulla quale incidono è invece molto complessa. Così ad esempio, si sostiene che la separazione delle carriere dei pubblici ministeri dai giudicanti garantirebbe la terzietà del giudice. A parte le valutazioni statistiche che vedono molto frequentemente i giudici assumere decisioni che sconfessano le richieste degli uffici di procura, siamo davvero convinti che sottrarre il pubblico ministero al medesimo ordine giudiziario dei giudicanti consentirebbe di correggere le “criticità” evidenziate dai sostenitori del referendum? Ci rendiamo conto che, almeno finora, nel nostro ordinamento giuridico, per disporre il rinvio a giudizio sono sufficienti “elementi idonei a sostenere l’accusa in giudizio”, per emettere una misura cautelare occorrono “gravi indizi di colpevolezza”, e per condannare nel processo occorre la “piena prova di colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio”? Ecco, questo va spiegato ai cittadini che non comprendono come sia possibile che una persona rinviata a giudizio e, finanche sottoposta a misura cautelare, venga poi assolta all’esito del dibattimento. Noi riteniamo che mantenere il pubblico ministero nel medesimo ordine dei giudicanti rafforzi la sua funzione di “garante della legalità”.
Solo pochi giorni fa il Csm ha dato parere positivo al decreto sulla presunzione di innocenza. I consiglieri Di Matteo e Ardita hanno parlato di bavaglio. Qual è a riguardo la posizione di Unicost?
Mi fa piacere questa domanda perché mi consente di promuovere un convegno che Unicost terrà a Roma, presso l’Aula Magna della Corte di Cassazione, l’11 dicembre prossimo, che tratterà due temi di assoluta attualità, il PNRR e l’ufficio per il processo e la legge di attuazione alla direttiva europea sulla presunzione di innocenza. Questo è il segno di quanto sia importante il tema della continenza verbale anche nella redazione degli atti giudiziari e di quanto sia delicato il rapporto con la stampa. Non va tuttavia sottovalutata l’importanza della comunicazione all’esterno, soprattutto per le inchieste di interesse pubblico, ed anche l’esigenza di una comunicazione immediata e non eccessivamente ingessata, onde evitare la diffusione di notizie false che non gioverebbero alle parti coinvolte.
Al di là dei referendum il tema di una riforma del Csm è oggetto anche della politica parlamentare. Quale crede debba essere la strada da intraprendere?
Se la riforma del sistema elettorale del CSM può servire a restituire credibilità all’organo di governo autonomo della magistratura, ben venga. Sicuramente, l’abbandono del collegio unico e l’adozione di collegi elettorali di media grandezza, consentirebbe un voto più consapevole da parte dei magistrati con la individuazione di candidati conosciuti e riconosciuti dalla base, scongiurando al contempo eccessivi localismi che non si addicono ad un organo i cui componenti devono avere una visione nazionale delle questioni. Il CSM non ha problemi di governabilità, ma anzi è opportuno che le decisioni siano ponderate e frutto di un confronto tra le diverse impostazioni culturali, onde evitare che decisioni anche fondamentali per la giurisdizione siano adottate dal solo gruppo che abbia la maggioranza in un dato momento storico.
Ultima domanda: la magistratura arriva da un periodo decisamente turbolento. Proprio Unicost è stata la più “colpita” da questo clima. Quale deve essere la strada maestra da seguire per restituire credibilità alla magistratura?
Guardi io credo al valore delle regole, siano essere previste dalla legge di riforma del sistema elettorale per il CSM, o dagli Statuti dell’Anm e dei singoli gruppi. Ma credo ancora di più nelle persone, non ci sono regole che tengano se non c’è un rinnovamento etico e culturale. Penso che con una riforma del sistema elettorale che attribuisca all’elettorato la facoltà di scegliere come consiglieri colleghi che conoscono per l’impegno professionale e la serietà personale spetterà alla base fare la differenza.