Covid, la scuola riparte ma senza un piano adeguato che comprenda misure di sicurezza per poter fronteggiare un nuovo eventuale ripresa dei contagi. Ancora una volta, studenti e famiglie non sono una priorità con le scuole che devono sobbarcarsi di grosse responsabilità.
Covid, la scuola non ha aggiornato il piano sicurezza
La scuola sta riprendendo in questi giorni e milioni di studenti tornano nelle aule senza mascherina, ma anche senza un piano di sicurezza all’altezza. Alla vigilia dell’inizio della scuola si è parlato troppo del possibile problema dei termosifoni spenti e poco di una possibile nuova ondata di contagi tra i banchi di scuola.
Le misure di sicurezza del governo Draghi, ribadite nei giorni scorsi dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, secondo l’analisi della Fondazione Gimbe, si dimostrano “spesso generiche” e scaricano le responsabilità sulle scuole e dirigenti scolastici che però non hanno le “necessarie risorse e competenze sanitarie”. Tra le misure rimane “il ben noto protocollo ‘finestre aperte‘ – commenta amaro il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – che quest’anno durante la stagione fredda si scontrerà con quello ‘finestre chiuse‘ imposto dalla crisi energetica“.
Secondo il Gimbe le misure sono “inadeguate”
Per la Fondazione Gimbe, prosegue il calo di contagi e ricoveri per Covid. Nella settimana 7-13 settembre, -12,9% di casi, -11,9% di ricoveri in Intensiva e -13,3% in reparto. In calo anche i decessi,-14-3%. Tuttavia, nonostante i numeri in calo, la fondazione lancia l’allarme su un piano per la scuola che “appare inadeguato” con rischi di impatto su circolazione virus, salute pubblica e giorni di scuola persi.
“Nel vortice della campagna elettorale, che ha coinciso con la fase discendente della quinta ondata, il tema della riapertura in sicurezza delle scuole non ha ricevuto l’attenzione necessaria. Il piano predisposto per l’anno scolastico 2022-23 appare inadeguato non tanto per le misure previste, quanto per le raccomandazioni spesso generiche e, soprattutto, per le eccessive responsabilità scaricate sulle scuole, prive delle necessarie risorse e competenze sanitarie – lamenta il presidente Cartabellotta – Il rischio è quello di un impatto rilevante sulla circolazione virale e sulla salute pubblica, ma anche sui giorni di scuola perduti, vista l’incomprensibile abolizione della didattica digitale integrata per gli studenti in isolamento”.
“Se con l’agognato ritorno alla normalità – conclude Cartabellotta – la scuola deve rappresentare un normale ambito di convivenza e/o contesto lavorativo, questa ingiustificata ostinazione ad imporre regole differenti non fa che generare incongruenze con le norme che regolano la sicurezza COVID-19 negli ambienti di lavoro”. Non è stato previsto così nessun intervento specifico di aerazione e ventilazione per migliorare la qualità dell’aria, ma solo un generico “ricambio frequente di aria”. Dunque il rischio è che ancor a pagare le conseguenze siano studenti e famiglie con “un impatto rilevante sulla circolazione virale e sulla salute pubblica, ma anche sui giorni di scuola perduti“.
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