Costa non si arrende. Dopo aver incassato lo stop al decreto legge sul clima, in quanto mancavano ancora le coperture, ieri il ministro dell’ambiente è tornato alla carica sul provvedimento con cui partire per una rivoluzione verde. “Con un po’ di fortuna il tre ottobre in Consiglio dei Ministri ce la facciamo ad approvare il provvedimento”, ha dichiarato ieri Sergio Costa. Intervenendo alla presentazione dell’ottavo rapporto Anci-Conai, il generale ha parlato dell’importanza della presa di coscienza collettiva dell’emergenza climatica, evidente ad esempio guardando alla piaga dei ghiacciai, come nel caso del Monte Bianco.
“Quando c’è un’emergenza climatica – ha affermato – c’è anche un’emergenza legislativa, il clima infatti diventerà un decreto legge che va impostato con la legge di stabilità, sennò altrimenti rischia di non avere le coperture. È una questione solo di tipo tecnicistico. L’importante è che si chiuda”. Il ministro ha anche auspicato di poter portare un tale risultato alla PreCOP25 che si svolgerà la prossima settimana in Costa Rica. “Nella bozza del dl clima – ha aggiunto – ho inserito anche l’end of waste cioè il procedimento che trasforma un rifiuto in un nuovo prodotto, a cui tengo molto. Credo che siamo molto vicini a chiuderlo, perché c’è l’intenzione non solo governativa, ma di tutto l’arco parlamentare, quindi incrociamo le dita”.
Un ulteriore passo verso l’economia circolare, uno dei capisaldi della green economy. Sul problema delle coperture, che ha frenato il decreto, il ministro ha quindi assicurato che ci sono. “Credo che siamo molto vicini a chiudere”, ha ribadito. Costa ha anche evidenziato che, data la situazione e dunque la necessità di interventi rapidi, quello che occorre è proprio un decreto legge e non un disegno di legge che avrebbe tempi di approvazione troppo lunghi: “Qualcosa che sia immediatamente applicativo e che poi venga riscoperto nella legge di stabilità di quest’anno”. Intanto, sempre in tema di lotta ai cambiamenti climatici, la Corte dei Conti, ha registrato il decreto attuativo che assegna alle Regioni i fondi del Piano Stralcio da 315 milioni di euro destinati agli interventi di tutela del territorio italiano contro il dissesto idrogeologico. Ben 189 milioni di euro, il 60% dell’intero importo, saranno erogati subito alle amministrazioni regionali e il Ministero si occuperà di monitorare l’esecuzione degli interventi.