Meno di 300mila famiglie ricevono l’Assegno di inclusione, il successore del Reddito di cittadinanza. Per la precisione parliamo di 288mila nuclei, ovvero “pochi, pochissimi, rispetto a quanti, in Italia, necessitano di un supporto economico per non cadere o ricadere in una condizione di povertà assoluta”, denuncia Alleanza contro la Povertà.
Persone che rischiano di “precipitare da una fragile condizione di povertà relativa a una, ben più drammatica, di povertà assoluta”. La denuncia di Alleanza contro la Povertà nasce dai primi dati diffusi dall’Istat sull’Adi e aggiornati al 22 gennaio: a fronte di 651mila domande presentate, quelle lavorate sono 446mila, quelle accolte 288mila e quelle respinte ben 117.461.
I dati allarmanti sull’Assegno di inclusione
Per l’alleanza sono “dati preoccupanti, che risultano inferiori persino alle stime fatte dal governo, che aveva annunciato una potenziale platea beneficiari di circa 737mila nuclei familiari nel programma”.
L’Alleanza aveva presentato un position paper a settembre nel quale evidenziava che “la platea dei beneficiari del supporto si sarebbe dimezzata: ora, i numeri diffusi costringono a tenere alta l’attenzione”. Emerge inoltre il problema delle domande respinte: sono ben 117mila. E nel 50% dei casi, stando a quanto dichiarato dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, a pesare è “la mancanza del requisito del reddito familiare conforme ai termini di legge e, nel 20% dei casi, l’assenza di requisiti di età o disabilità del nucleo”, come sottolineano ancora dall’alleanza. Sul restante 30% le motivazioni sono varie.
L’allarme sull’aumento della povertà assoluta
Proprio su questo tema viene lanciato l’allarme: “I requisiti economici richiesti per l’Adi non rappresentano e non esauriscono la platea di coloro che, in Italia, sono effettivamente a rischio di povertà assoluta. Il rischio, insomma, è che non accedano alle misure di sostegno”. Chi è “in condizioni di povertà deve essere sostenuto e accompagnato, a prescindere da quali siano le sue condizioni anagrafiche, sanitarie e lavorative”.
Da qui l’allarme finale dell’Alleanza: “Se il rapporto tra domande attese e domande pervenute e, soprattutto, se i numeri delle domande respinte dovessero rimanere questi, dovremo fare i conti con un aumento della povertà assoluta nel nostro Paese, che richiederà interventi urgenti e strutturali, così come strutturale è questo fenomeno, da ormai più di 10 anni”, come commenta il portavoce di Alleanza contro la povertà, Antonio Russo.