Dalla Redazione
Il Teatro dell’Opera verso la messa in liquidazione Martedì prossimo l’ipotesi sarà all’ordine del giorno del Cda. Lo ha detto il sindaco Ignazio Marino che punta il dico contro Cgil e Fialsn che continuano a scioperare facendo saltare la terza recita consecutiva della Boheme. “Assistiamo all’ostinazione di due sigle sindacali che – ha detto Marino – non vogliono sottoscrivere il piano industriale, condiviso invece dai rappresentanti di gran parte dei lavoratori del Teatro, né sospendere gli scioperi che stanno penalizzando la stagione estiva a Caracalla”. Domani Cgil e Fials scioperano, salta la terza recita consecutiva della Boheme.
“Ancora una volta il Teatro dell’Opera è costretto a registrare la chiusura totale ad ogni confronto e discussione da parte delle sigle sindacali Fials e Cgil che hanno confermato lo sciopero per la terza recita de La bohème, dopo l’astensione dal lavoro per le due prime rappresentazioni, con grave danno economico immediato e un serio rischio sul futuro del Teatro dell’Opera. Così l’attività sindacale diventa un gioco al massacro – spiega in una nota il Teatro dell’Opera -, voluto da una minoranza, assolutamente dannoso per il presente e soprattutto per il processo di risanamento in atto che ha riportato in equilibrio il bilancio dell’anno in corso. Al 30 giugno si è registrato un risparmio di circa 5 milioni di euro, con più spettacoli e spettatori rispetto al primo semestre 2013”.
Ma Cgil e Fils non ci stanno a essere considerati gli unici responsabili. “A nessuno degli incontri successivi alla proclamazione degli stati di agitazione e degli scioperi di Cgil e Fials, il Sovrintendente Fuortes si è mai presentato” spiegano in un comunicato congiunto. I sindacati parlano di “atteggiamento irresponsabile” della Fondazione e denunciato il tentativo di “mistificare le cose”, dal momento che il sovrintendente “è apparso, seppure per pochi minuti, ad alcuni di quegli incontri dove si è esaminato un testo che potrebbe sostituire il contratto integrativo aziendale. Incontri nei quali erano presenti tutte le sigle ma che non riguardano e non hanno mai trattato del piano industriale nel suo complesso”. Dopo l’ennesima riunione con il Dr. Bottaro che si è conclusa “con un nulla di fatto”, la sopravvivenza stessa del Teatro dell’Opera è “messa a rischio” sottolineano Cgil e Fils.