L’ipotesi dell’insider trading aleggia su Donald Trump e sul suo annuncio di una tregua di 90 giorni per i dazi. L’accusa gli viene rivolta dai democratici al Congresso e si basa su una precisa dichiarazione del presidente Usa. “Questo è un ottimo momento per comprare”, aveva scritto ieri mattina su Truth riferendosi agli acquisti in Borsa.
Inizialmente tutti hanno pensato che il messaggio di Trump servisse per giustificarsi e per tentare di rilanciare i mercati in crisi. Ma poi, con l’annuncio dello stop di 90 giorni ai dazi, a qualcuno è venuto il dubbio che quelle parole mattutine fossero invece ben altro.
In particolare il senatore democratico Adam Schiff ha chiesto al Congresso di indagare per capire se Trump abbia commesso insider trading o manipolazione del mercato. Ma cos’è esattamente l’insider trading, quando si verifica e cosa rischia Trump?
Cos’è l’insider trading: la definizione
Per insider trading si intende la compravendita di strumenti finanziari da parte di una persona che conosce informazioni privilegiate grazie alla posizione che ricopre. Informazioni che vengono utilizzate per ottenere un profitto. Si fa riferimento, in questi casi, a informazioni specifiche e non a disposizione del pubblico. E, se rese pubbliche, sono in grado di influenzare il prezzo degli strumenti finanziari a cui si riferiscono.
In sostanza, l’insider trading si ha quando vengono messe in campo operazioni riguardanti strumenti finanziari sulla base di informazioni che non sono ancora diventate pubbliche. Nei casi rientra anche quello di comunicazione a terzi di queste informazioni senza un giustificato motivo, oppure la raccomandazione a terzi di procedere con tali operazioni senza rivelare quelle di cui si è a conoscenza grazie alla propria posizione.
Le accuse a Trump e cosa rischia
Qualcuno ipotizza che il messaggio di Trump per incentivare gli acquisti fosse diretto a qualcuno nello specifico, o comunque a una categoria come quella dei miliardari che l’hanno sostenuto finora. Ovviamente bisognerà dimostrare le accuse e scoprire se ci sia realmente una correlazione tra il post e la decisione sui dazi. Oltre che capire se sono stati effettuati acquisti di azioni da società o persone vicine a Trump.
L’accusa dei democratici è che tutta l’operazione sia stata orchestrata da Trump, magari con l’aiuto di qualche big della finanza, con l’obiettivo di far scendere i titoli per poi riacquistarli a prezzo scontato. Va comunque sottolineato che la maggior parte degli analisti ritiene che non ci sia tutta questa strategia dietro le mosse di Trump, ma semplicemente la necessità di uscire da un grosso errore di cui, effettivamente, il presidente sembra essersi pentito tornando sui suoi passi con la tregua di 90 giorni sui dazi.
I rischi, però, per Trump rimangono. Negli Stati Uniti l’insider trading è punito con pene molto severe: fino a 5 miliardi di dollari di multa e anche la reclusione fino a 20 anni per i casi più gravi. In Italia, invece, sono previste sanzioni fino a 3 milioni di euro e la reclusione da uno a sei anni.