Cosa sta succedendo tra Taiwan e Cina e cosa c’entra la guerra tra Russia e Ucraina? In seguito all’invasione russa dell’Ucraina, la Cina ha mostrato un atteggiamento particolarmente cauto e ambiguo nei confronti delle azioni promosse dal presidente Vladimir Putin. Un simile atteggiamento potrebbe avere secondi fini specifici e strettamente legati al recente conflitto.
Guerra Russia Ucraina, il parere della Cina sul conflitto e sulle sanzioni occidentali contro Mosca
Il presidente cinese Xi Jinping e il suo Governo hanno assunto posizioni ambigue e caute nel commentare l’invasione russa dell’Ucraina e l’attacco militare ai danni di Kiev ordinati dal Cremlino. Al momento, la Cina ha dichiarato di non classificare l’operazione speciale militare di Mosca come una “invasione” e ha bocciato le sanzioni economichevarate in contesto internazionale, scegliendo di non penalizzare la Russia. In relazione alle sanzioni, il sostegno economico di Pechino a Putin potrebbe consentire alla Russia di riuscire a fronteggiare e sopravvivere alle misure punitive dell’Occidente.
L’atteggiamento messo in campo dalla Cina ha motivazioni differenti. In primis, il Governo vuole difendere ala propria economia ed evitare ogni danno possibile. L’esecutivo vuole difendere i rapporti con i maggiori partner economici, tra i quali figura appunto la Russia e molti Paesi occidentali. Pechino, poi, sta osservando ed esaminando con attenzione gli sviluppi in Ucraina e la reazione del mondo occidentale all’attacco. Quanto sta avendo luogo a Kiev, infatti, potrebbe essere indicativo per il presidente cinese Xi Jinping e anticipare come potrebbero andare le cose qualora la Cina decidesse di attuare un’azione militare contro Taiwan al fine di rientrare in possesso della Nazione.
Cosa sta succedendo tra Taiwan e la Cina?
Sono anni che la Cina tenta di rientrare in possesso di Taiwan. Negli ultimi mesi del 2021, ad esempio, il presidente cinese Xi Jinping aveva affermato che Taiwan è “una questione interna alla Cina e non ammette interferenze esterne”. Una simile dichiarazione è stata rilasciata in occasione della celebrazione organizzata per i 110 anni della Rivoluzione del 1911 che, per il presidente, è scaturita dalla debolezza e dal caos che contraddistinguevano Pechino.
Per Xi Jinping, “il secessionismo di Taiwan è il più grande ostacolo alla riunificazione nazionale: chiunque voglia tradire e separare il Paese sarà giudicato dalla storia e non farà una buona fine”.
Nel corso della celebrazione, inoltre, il presidente cinese aveva annunciato che presto la riunificazione “completa del nostro Paese ci sarà”.
Alla riannessione dell’isola alla Cina, si oppone da tempo il Governo taiwanese che ha più volte ribadito che la Nazione “non cederà né avanzerà” e che si “sforzerà di mantenere lo status quo di pace e stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan”.
Cosa c’entra la guerra fra Russia e Ucraina con Pechino e Taiwan?
Le ambizioni del presidente cinese Xi Jinping, tuttavia, non hanno accennato a diminuire con il trascorrere dei mesi né con le dichiarazioni di Taiwan. Al contrario, sembrano rinvigorirsi e rafforzarsi in modo sostanziale con l’invasione russa dell’Ucraina.
Quanto si sta verificando in Ucraina, soprattutto nel caso in cui il Cremlino dovesse riuscire a tornare in possesso della Crimea, rappresenta uno scenario simile a quanto potrebbe avvenire nel caso in cui Pechino decidesse di attaccare militarmente Taiwan e procedere alla riunificazione dei territori.
A questo proposito, intanto, lo Stato insulare ha denunciato l’incursione di sette caccia militari cinesi che si stanno aggirano in corrispondenza dello spazio aereo di Taiwan.
Del resto, la decisione della Cina di non condannare l’invasione russa dell’Ucraina e di scagliarsi contro le sanzioni varate dall’occidente contro Putin potrebbe consentire a Xi Jinping di ottenere il placet del Cremlino, indispensabile per procedere alla riconquista della Taipei cinese.