Cosa sono le Foibe ricordate il 10 febbraio: un vero e proprio massacro di chi sa quanti italiani a seguito della fine del regime fascista. Per non dimenticare è stata istituito il “Giorno del ricordo”.
Cosa sono le foibe: una storia di massacri
Quando si parla di Foibe si fa riferimento a un massacro umano. Si chiamano foibe le cavità naturali, profonde anche centinaia di metri, che esistono nella regione del Carso, a cavallo tra il Friuli-Venezia Giulia e le odierne Slovenia e Croazia.
Dopo la fine del regime fascista nel 1943, furono compiuti massacri contro la popolazione italiana per mano dei comunisti iugoslavi del maresciallo Tito, il rivoluzionario filo sovietico che, con la fine della Guerra mondiale, sarebbe diventato dittatore della Iugoslavia fino al 1980.
Secondo i comunisti iugoslavi tutti gli italiani erano fascisti o contrari al regime comunista perciò tutti gli italiani non comunisti che vivevano in Istria e in Dalmazia (due zone del Friuli Venezia Giulia) furono considerati come “nemici del popolo”, torturati e poi gettati nelle fosse naturali chiamate foibe.
In appena due mesi gli italiani che vivevano in Istria, in Dalmazia e nella città di Fiume furono costretti ad abbandonare tutto e a fuggire in Italia. Chi non riuscì a scappare venne ucciso dall’esercito di Tito e gettato nelle fosse delle foibe o deportati nei campi di concentramento in Slovenia e in Croazia. Si stima che, alla fine, gli esuli italiani furono almeno 250mila.
Il dramma della popolazione italiana nelle regioni orientali italiane non finì con la fine della guerra ma solo con il trattato di pace di Parigi, firmato il 10 febbraio 1947. Si decise che le città di Fiume, Zara così come tutta l’Istria e le isole della Dalmazia venivano annesse alla Iugoslavia. Come se no bastasse, tutti i beni dei cittadini italiani di quelle regioni vennero confiscati. Questo trattato diede origine a una fuga forzata degli italiani da quelle regioni. L’Italia riprese il controllo amministrativo della città di Trieste solamente il 26 ottobre 1954.
Perché il 10 febbraio si celebra il “Giorno del ricordo”
Il 10 febbraio viene celebrato il “Giorno del ricordo”, previsto dalla legge italiana grazie alla proposta del deputato triestino Roberto Menia e approvata dal Parlamento italiano nel 2004. Viene celebrata il 10 febbraio di ogni anno perché è anniversario del trattato di Parigi con lo scopo di non dimenticare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale italiano”.