“Fra le cause del ritardo nell’attuazione degli interventi previsti in seguito al sisma del 24 agosto 2016, che ha colpito l’Italia centrale, vi è anche la mancanza di un’organizzazione preposta alla gestione della ricostruzione, a fronte di strutture già operative per la gestione delle emergenze (Protezione civile). Vista la natura del territorio del nostro Paese, più volte devastato dagli eventi sismici, vi è la necessità di uno studio per disciplinare, anche con opportuni interventi legislativi, l’organizzazione della fase successiva all’emergenza, mediante modelli idonei a velocizzare l’avvio delle fasi di ricostruzione”.
È quanto emerge dall’indagine svolta dalla Sezione centrale controllo gestione Amministrazioni Stato della Corte dei Conti in materia di “Interventi per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016” (qui il focus) nell’ambito della quale la magistratura contabile ha analizzato la complessa struttura commissariale, le procedure utilizzate per la ricostruzione degli edifici privati e degli immobili pubblici (opere pubbliche, scuole, infrastrutture, chiese), nonché l’attività posta in essere dal 2016 sino agli ultimi mesi del 2021.
Il sisma del 2016 ha causato gravissimi danni infrastrutturali agli edifici pubblici e privati, al patrimonio culturale, alla rete dei servizi essenziali e alle attività economiche di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, comportando una gestione straordinaria – distinta da quella emergenziale – delle attività volte alla ricostruzione, affidate ad un Commissario straordinario del Governo oltre a quattro vice-Commissari, individuati nei Presidenti delle Regioni interessate. La stima dei danni, inizialmente quantificati in 16,5 miliardi di euro dei quali 2,8 destinati all’emergenza, è stata sottoposta ad aggiornamento, in via di ultimazione, solo di recente.
Dal 2016 al 2020, per le attività della gestione commissariale sono stati previsti 4,118 miliardi di euro, dei quali 2,568 trasferiti alla stessa. La verifica dei magistrati contabili ha accertato una limitata utilizzazione delle risorse disponibili, con un’inversione di tendenza a partire dalla seconda metà del 2020, a seguito delle numerose modifiche organizzative e procedurali adottate nell’ambito delle misure di semplificazione e accelerazione.
“Modifiche con cui si è inteso porre rimedio ai ritardi registrati – spiega la Corte dei Conti – sia nella ricostruzione privata che in quella pubblica. Per gli interventi di ricostruzione pubblica, dal 2016 al 30 settembre 2021 sono state erogate dal Commissario straordinario risorse pari a 468,32 milioni di euro, a fronte di 266,508 milioni di euro registrati fino al 31 dicembre 2020. Le misure di semplificazione e accelerazione introdotte per la ricostruzione privata hanno consentito, nel corso dell’ultimo anno, la riduzione dei tempi necessari per ottenere il contributo, che ha visto il raddoppio del numero di domande analogamente a quello delle istanze accolte, malgrado le interruzioni e i rallentamenti causati dagli eventi pandemici”.
L’indagine della Corte dei Conti, ha detto il commissario straordinario per la Ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini, “è la prima analisi approfondita sulla gestione pubblica dei processi di ricostruzione post-sisma”. “La relazione dei magistrati contabili – aggiunge -, oltre a restituirci un quadro completo di quanto è stato fatto, indica le principali linee di azione da mettere in atto per garantire nel futuro un’amministrazione ancora più efficiente di un’operazione difficilissima”.
“Ringrazio la Corte dei Conti – aggiunge Legnini – per il prezioso lavoro svolto e per l’interlocuzione avuta nel corso dell’indagine, condividendo l’auspicio per un’ulteriore accelerazione del processo in atto, dopo la positiva inversione di tendenza dell’ultimo anno e mezzo puntualmente registrato nella relazione. Le conclusioni che essa trae dall’analisi dei dati sulla ricostruzione privata danno atto della forte accelerazione che c’è stata a partire dal secondo semestre del 2020, grazie alla semplificazione della normativa e delle procedure, mentre sul fronte delle opere pubbliche si riconosce il grande sforzo fatto per la stima dei danni e la programmazione degli interventi”.
“Condivido totalmente l’invito della Corte ad analizzare con maggior attenzione, in prospettiva, anche in sede legislativa, l’opportunità di individuare modelli organizzativi e procedurali adeguati e stabili per una gestione più efficace delle ricostruzioni, migliorandone anche il collegamento con le fasi di emergenza. Si tratta d’altronde proprio dei temi della necessaria riforma delle ricostruzioni post-sisma nella direzione del varo di un codice delle ricostruzioni, già all’esame del Governo e del Parlamento”, ha concluso Legnini.