Dopo giorni di indiscrezioni circolate sui media, alla fine è arrivata la conferma che il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha presentato una proposta di legge per riformare di fatto le funzioni di controllo e consultive della Corte dei Conti e in particolare la responsabilità per danno erariale.
Nella relazione al progetto di legge, il quale sarà composto da cinque articoli, si legge che “occorre intervenire in tempi rapidi per attribuire alla Corte dei Conti un nuovo ruolo di supporto agli amministratori, affinché questi possano trovare in via preventiva una concreta assistenza nella articolata gestione del denaro pubblico e non debbano più incorrere in processi per danno erariale che troppo spesso, almeno nel 60% dei casi, si risolvono con assoluzioni determinate dalla infondatezza delle accuse; processi che, inoltre, hanno ripercussioni negative sulle carriere e alimentano a livello generale il circuito della paura”.
Previsto anche il superamento dei controlli ex post della Corte visto che “qualora l’atto abbia superato il controllo preventivo di legittimità e quindi sia stato vistato e registrato, non sarà più possibile sottoporre a giudizio per responsabilità erariale gli amministratori che lo abbiano adottato”. Si tratta dell’ultimo atto di una profonda revisione dei poteri della Corte dei Conti iniziata con l’approvazione, a maggio con il decreto Pubblica amministrazione, di un provvedimento che eliminava il controllo sulle opere del Pnrr che aveva fatto sobbalzare le opposizioni.
Il depotenziamento della Corte dei Conti
“Non abbiamo ancora letto la proposta di legge di Tommaso Foti. Ma se fossero vere le anticipazioni di stampa sappia che contrasteremo in Parlamento, con tutti gli strumenti a disposizione, la sua proposta di riforma della Corte dei Conti”. A dirlo è il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, secondo cui “è sempre più evidente il fastidio della destra per l’autonomia e l’equilibrio dei poteri, sancito dalla nostra Costituzione. Per noi la Corte dei Conti era e deve restare autonoma. La vicenda di Marcello Degni, le cui parole sono per noi inaccettabili, non può giustificare l’attacco all’intero corpo dei magistrati che svolgono un lavoro quotidiano straordinario”.
Secondo Boccia bisognerebbe ragionare su “come limitare l’ingerenza dei governi e della politica” sulla Corte e sulla Giustizia in generale visto che “è sempre più evidente l’insofferenza di questa maggioranza nei confronti delle magistrature, dei poteri costituzionali del Presidente della Repubblica, delle authority, dell’autonomia delle banche centrali. Anziché affrontare e risolvere i problemi del Paese e degli italiani, la destra reagisce provando a sovvertire gli assetti sociali e costituzionali così come fanno le peggiori destre nazionaliste nel mondo. Le pulsioni sono le stesse e del resto i modelli comuni, mai sconfessati, sono sempre gli stessi: Trump, Orban, Le Pen, Abascal”.