Corte dei Conti, ora vogliono eliminare le sanzioni

Tira dritto la maggioranza sulla riforma della Corte dei Conti, nonostante l'allarme dei togati sui pericoli per l'allentamento dei controlli

Corte dei Conti, ora vogliono eliminare le sanzioni

Il pretesto è lo stesso utilizzato per abrogare l’abuso d’ufficio: liberare la Pubblica amministrazione “dalla paura della firma”. Stavolta però serve alla maggioranza per tagliare le ali alla Corte dei Conti, grazie alla riforma (presentata da Tommaso Foti, prima che diventasse ministro) approdata ieri alla Camera, che cancella la responsabilità in capo agli amministratori in caso di danno erariale.

A infuocare il dibattito la lettera aperta, letta in Aula dalla M5s Carmela Auriemma, con cui l‘Associazione magistrati della Corte dei conti si rivolge alla premier Meloni “per evitare che scelte poco meditate possano danneggiare le istituzioni della Repubblica”. Per i giudici si corre il serio rischio che la riforma porti alla “deresponsabilizzazione di chi gestisce le risorse pubbliche”.

FdI: “Sulla Corte dei conti decidiamo noi”

Per l’FdI Francesco Michelotti “Non c’è bisogno di qualcuno tra i magistrati che si erga a sorvegliante etico della politica, perché è la politica che decide le norme e ha il dovere e la responsabilità di modificare un assetto che non è al passo con i tempi, anche sulla Corte dei conti occorre un cambio di passo”. Sulla stessa linea anche Forza Italia, che Andrea Gentile parla di una riforma “non più procrastinabile” che mira a “velocizzare l’azione amministrativa” e a “rendere liberi” gli amministratori di “assumere responsabilità nell’interesse collettivo”.

“Adesso la scure del governo Meloni si abbatte sulla giustizia contabile e sull’intero sistema dei controlli posto a presidio della corretta ed efficiente gestione delle risorse pubbliche”, attacca invece l’M5s Valentina D’Orso, “Inefficienza e uso illegale la faranno da padroni nella gestione dei soldi dei cittadini”. D’Orso ricorda poi che fu proprio Foti, ora ministro degli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr a presentare la norma, “proprio colui che dovrebbe presiedere alla corretta messa a terra dei 209 miliardi di euro portati dal presidente Conte all’Italia sarà l’autore della normativa che porterà al collasso dell’organo preposto proprio al monitoraggio, al supporto e al controllo nella gestione di quei fondi”, conclude.