Sono almeno tremila gli episodi di violenze all’indirizzo di operatori sanitari ogni anno. Un quadro allarmante quello che vede pazienti o loro familiari avventarsi contro i camici bianchi. L’ultimo episodio di violenza arriva da Crotone dove un anestesista è stato picchiato dopo aver comunicato il decesso di un paziente ai suoi familiari che gli hanno provocato un trauma cranico e addominale.
Si tratta di due donne, parenti del 34enne di Rosarno deceduto, ad aver picchiato il medico anestesista che ora è stato ricoverato nel reparto di Chirurgia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Le due donne sono state denunciate, in stato di libertà, con l’accusa di lesioni in concorso, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio dagli agenti della Polizia di Stato intervenuti per porre fine al pestaggio.
“Questo ennesimo episodio di violenza – si legge in un comunicato dell’Ordine dei medici di Crotone – nei confronti di chi si è adoperato al massimo per prestare la migliore assistenza al giovane paziente, che versava in particolari e gia’ comunicate condizioni di acclarata criticità, preesistenti all’atto del ricovero, si ascrive, purtroppo, nell’ampio fenomeno di aggressioni nel settore sanitario che in Italia, ad oggi, conta circa tremila episodi l’anno, stando ai soli casi denunciati”.
Soltanto negli ultimi giorni ci sono stati tanti altri episodi di violenze in corsia. Sopratutto nelle corsie d’ospedale del Sud Italia. Lo scorso 25 giugno ad Acireale un medico è stato ferito da un paziente con le forbici; a Capri un medico è stato aggredito da un turista ungherese. Ma la lista è ancora lunga. Sempre a sud a Caserata è stata aggredita una dottoressa nella Asl di Frignano (Caserta), mentre spostandoci a nord sono stati presi di mira un medico e quattro infermieri a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Gli episdodi trovano riscontro in un sondaggio realizzato dal sindacato Anaao Assomed secondo cui sette medici su dieci denunciano di aver subito un’aggressione, fisica o verbale, dai pazienti.