All’opposizione, contando così di poter gonfiare i propri consensi quando arriverà il momento di tornare alle urne a discapito degli alleati che hanno accettato di governare con i giallorossi, e pure con la possibilità di ottenere le prestigiose poltrone delle Commissioni di garanzia, con cui poter giocare partite rilevanti nel campo dell’informazione e su quello sempre delicatissimo per qualsiasi esecutivo rappresentato dalle agenzia di intelligence.
Quando ha scelto di essere l’unica a dire no al Governo Draghi, Giorgia Meloni deve aver pensato di poter ottenere il massimo risultato per il suo piccolo partito, tanto in Italia quanto in Europa. Fratelli d’Italia al centro della politica nazionale e non solo. Come e più di quanto lo era stata An. Ma qualcosa in questi giorni non sta tornando e il rischio di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano, per la leader di destra che ha fatto della coerenza la principale bandiera, è piuttosto concreto.
ALLEATI SERPENTI. Non sembra che la Meloni abbia ben valutato gli appetiti dei suoi compagni di viaggio di centrodestra, che a mollare le poltrone non sembrano pensarci più di tanto. Ecco dunque che il primo nodo per FdI sta emergendo nella Commissione di Vigilanza Rai. Chi la presiede ha da sempre un forte peso sulle scelte di viale Mazzini. E poter godere di spazi e trattamenti particolari sulla tv pubblica, oltre a poter piazzare propri uomini in settori chiave, è il sogno di tutti i partiti e lo è ancor di più per una realtà piccola come Fratelli d’Italia.
Giorgia Meloni, che già ha notevole influenza, sulla Rai, piazzando un fratello d’Italia alla presidenza della Vigilanza deve aver pensato che fosse un risultato maggiore di un Ministero o di uno spazio nel sottogoverno. Pronta per quella prestigiosa poltrona la senatrice Daniela Santanchè. A quanto pare però, nonostante le destre continuino ad assicurare la loro compattezza, Forza Italia non avrebbe intenzione di farsi da parte.
L’azzurro Alberto Barachini sembra deciso a restare al suo posto e a farlo invocando un precedente, quello del dem Sergio Zavoli, che ottenne quel ruolo quando il Pd era all’opposizione dell’ultimo Governo Berlusconi, nel 2009, ma lo mantenne fino alla fine della legislatura nonostante i dem fossero poi passati nel 2011 a sostenere l’esecutivo di Mario Monti.
007 E DINTORNI. Con una lotta tutta a destra per la Vigilanza, il potere per FdI dovrebbe essere garantito almeno al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, in cui passano tutti i dossier riservati e che ha un peso notevolissimo per via della stessa vigilanza sugli 007. Al momento proprio al Copasir per FdI c’è Adolfo Urso, che sembra sicuro di prendere il posto del leghista Raffaele Volpi.
La stessa legge prevede che il Comitato, composto da cinque deputati e cinque senatori, garantisca la rappresentanza paritaria della maggioranza e dell’opposizione. Dunque, sola a non dire sì a Supermario, a Giorgia Meloni è stata paventata l’ipotesi che potrebbe e forse dovrebbe avere non solo la presidenza del Copasir, ma addirittura cinque membri. A lei sembra basti il vertice. All’insegna insomma del vincere e non stravincere.
Ma anche in questo caso qualcosa potrebbe scombinare i piani dei fratelli d’Italia. I dissidenti M5S, partendo dal Senato, si stanno infatti strutturando in gruppo. All’opposizione della maggioranza arcobaleno ci sono anche loro. E la presidenza per FdI non è più scontata. Tempi ancora duri per la leader di Fratelli d’Italia.