Si va rompendo sempre di più la cortina di silenzio su episodi di corruzione. Tanto che stanno aumentando di anno in anno le segnalazioni di episodi specifici di frodi, violazioni, nepotismo e clientelismo. Il che delinea da una parte l’indignazione e dall’altra la fiducia nella Giustizia che persegue le malefatte. Sono state 157 le segnalazioni raccolte dalla piattaforma gratuita Alac (Allerta Anticorruzione) di Transparency International Italia nel corso del 2017, dieci in più rispetto all’anno precedente. Per un totale di 466 denunce raccolte in poco più di tre anni. Tutti i casi ritenuti degni di essere seguiti sono stati seguiti, passo dopo passo, dallo staff di Alac. Che ha sottoscritto protocolli con numerosi enti pubblici per riuscire ad accelerare le procedure. Assitenza che avviene sempre tutelando le vittime e chi segnala.
I dati al dettaglio – Gli episodi raccolti da Transparency riguardano favoritismo e clientelismo, frodi e violazioni contabili, corruzione, mala gestione delle risorse, abuso di posizione pubblica, mancanza di trasparenza ed evasione fiscale. Per la prima volta, nel 2017, il maggior numero di segnalazioni è arrivato dalla Lombardia e non dal Lazio. Ma sono in netta crescita anche la denuncia di episodi spiacevoli da Campania, Sicilia e Calabria. Poco meno di due segnalazioni su tre sono relative alle amministrazioni pubbliche, anche se non si scherza nemmeno nel privato. Il boom riguarda episodi relativi ad enti locali territoriali. Diminuiscono, invece, le segnalazioni in ambito sanitario. Il settore, evidenzia il report, continua a presentare forti rischi di corruzione. Nel dettaglio gli episodi segnalati fanno riferimento ad appalti e concorsi truccati, ma anche irregolarità nell’attribuzione di licenze. Preoccupanti anche i dati che emergono dal settore dell’educazione, soprattutto per quanto accade nel mondo universitario. Non mancano episodi spiacevoli nemmeno nel settore dei servizi sociali e del commercio. La crescita di chi segnala rappresenta sicuramente anche maggior senso civico da parte dei cittadini. Anche se c’è ancora tanta paura. Rispetto agli anni precedenti, però, la percentuale dei soggetti che ha deciso di contattare Transparency per segnalare in modo anonimo fenomeni “sospetti” è in leggera diminuzione. A contattare Alac sono soprattutto soggetti di sesso maschile, anche se pure le donne sono aumentate. La maggior parte delle segnalazioni di chi ci mette la faccia arriva da individui di età compresa tra i 40 e i 54 anni. L’assocazione scrive nel report che “Si può ragionevolmente presumere che siano anche più consapevoli dei rischi a cui potrebbero andare incontro segnalando”.
Lo strumento per la svolta – Transparency si attende una svolta a partire dal prossimo anno quando chi denuncia il malaffare potrà contare anche sulla legge sul whistleblowing, approvata lo scorso anno in Italia. Si tratta dell’istituto giuridico che disciplina le protezioni di chi segnala illeciti sul luogo di lavoro e le procedure che servono a veicolare le segnalazioni stesse a enti o organi che possono intervenire efficacemente a riguardo. Un notevole passo avanti. Anche secondo Transparency che lo ha definito un buon testo, pur se con “evidenti lacune per il settore privato”. Si può e si deve fare di più.