Mancava solo lui all’appello, ma alla fine è arrivato… Lunedì, nell’ultimo giorno utile per le richieste di rito alternativo, anche l’imprenditore Aldo Spinelli, ritenuto il grande pagatore del “sistema” Toti nell’inchiesta che ha portato alle dimissioni del presidente della Regione Liguria, ha chiesto e ottenuto dalla Procura, il patteggiamento.
Difensori e pm si sono accordati per una pena di tre anni e due mesi, che include la confisca di 400 mila euro, già oggetto di sequestro, nonché l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e il divieto di contrattazione con la pubblica amministrazione. Come per l’ex governatore Giovanni Toti e l’ex presidente del porto di Genova, Paolo Emilio Signorini, spetterà ora al Gup pronunciarsi sulla congruità di quanto stabilito in un’udienza ancora da fissare.
Anche Spinelli patteggia per “comodità”
“Avremmo voluto affrontare il dibattimento certi di dimostrare nei fatti l’innocenza di Aldo Spinelli, ma la prospettiva di affrontare – peraltro come unico imputato – un processo che si sarebbe protratto per anni, su consiglio dei difensori, ha fatto prevalere la volontà primaria del nostro assistito di preservare le aziende e la famiglia dal danno mediatico che ne sarebbe derivato”, spiegano i legali di Spinelli, Alessandro Vaccaro ed Andrea Vernazza.
“Per questa ragione – aggiungono – seppur a malincuore, Aldo Spinelli ha deciso di accettare la proposta di patteggiamento della Procura che, nel contempo, riconosce che tutte le pratiche amministrative oggetto del procedimento penale siano state corrette e legittime, nel rispetto dell’interesse pubblico”.
Il problema della validità degli atti oggetto dell’indagine
Stessa linea di Toti: tutti innocenti, ma per “comodità” accettano (sebbene tecnicamente non sia un’ammissione di responsabilità) di concordare la pena evitando il processo (e il rischio di condanne ben più severe). Sorge però un problema: se tutti gli indagati ammettono patteggiano, qual è lo status giudico degli atti compiuti dai protagonisti? Per esempio, la concessione trentennale del Terminal Rinfuse a Spinelli, che ha permesso all’imprenditore di guadagnare, si calcola, almeno 100 milioni di euro, è legittima?
Pd: “Il patteggiamento non rende legittimi gli atti amministrativi legati alla corruzione”
Se l’è chiesto ieri il capogruppo Pd nel Consiglio regionale della Liguria Luca Garibaldi: “Il patteggiamento non rende legittimi gli atti amministrativi legati alla corruzione e al finanziamento illecito al partito di Toti, come invece sostiene Bucci. Una vicenda è di carattere penale, l’altra amministrativa. Perché Giunta comunale e regionale non annullano gli atti legati all’inchiesta in autotutela?”.
Ma per Marco Bucci è tutto a posto
“Preoccupa che Bucci dia già per scontato che siano legittimi gli atti su Esselunga interessati dall’inchiesta, perché Toti ha patteggiato ad esempio, o che lo siano quelli alle concessioni dell’Autorità di sistema portuale – aggiunge Garibaldi -. Avevamo richiesto sin da subito, di fronte al quadro accusatorio, di annullare gli atti amministrativi della Regione, del Comune e dell’Autorità portuale per autotutela. Dalla Regione e dal Comune ci è stato risposto che si era in attesa di avere un quadro definito. Rixi, dopo aver gridato per settimane all’attacco alla democrazia, ha però mandato i commissari in Autorità di sistema a valutare gli atti, segno che qualche elemento concreto esisteva, e non si trattava di complotti”.
Dimissioni in massa dal sistema portuale. Saluta anche Sommariva
Ad aumentare la confusione, ieri, sono arrivate anche le dimissioni di Mario Sommariva, presidente dell’Autorità Portuale del Mar Ligure Orientale, che sovraintende i porti di La Spezia e Marina di Carrara. L’Autorità sarà commissariata in attesa della nomina di un nuovo presidente.
“Le dimissioni di Mario Sommariva dimostrano che il sistema portuale ligure sta andando in pezzi. Sono stati blanditi gli incapaci e i corrotti e sono state osteggiate le persone competenti: questo è il ‘modello Liguria’”, ha commentato sui social il candidato Andrea Orlando.
I Riformisti si uniscono per Orlando: Azione, +Europa, Italia viva e Psi
Intanto ieri +Europa, Italia viva e Psi hanno lanciato un appello ad Azione e Civici per l’unità dei riformisti liguri, auspicando “di unirsi in un’unica lista riformista, rafforzata e caratterizzata dai simboli nazionali, rappresentativa di una costruenda ed indispensabile proposta politica nella coalizione di centrosinistra”.
Appello accolto subito da Calenda: Azione ha infatti risposto invitando i riformisti a “incontrarsi subito per capire come formulare una proposta che consenta, a chi può, di unire i simboli e formare una lista competitiva per sconfiggere il centrodestra dopo il fallimento politico della coalizione guidata da Giovanni Toti negli ultimi nove anni e ad evitarne ogni forma di continuità come garantito dal candidato del centrodestra Marco Bucci”.