Due guardie penitenziarie di Rebibbia sono state arrestate con l’accusa di corruzione. Gli agenti, secondo quanto sostenuto dai magistrati, avrebbero favorito un detenuto in cambio della promessa di soldi, che però non sono mai stati elargiti. Nel corso dell’operazione sono state perquisite le abitazioni e gli alloggi di servizio delle guardie insieme alla casa della moglie del detenuto.
I favori ipotizzati vanno dalla comunicazione anticipate sui permessi premio concessi agli esiti delle udienze, passando per alcuni beni fatti recapitare. Ma ci sarebbe stato anche il tentativo di influenzare i colleghi sulla condotta del detenuto. Il tutto per denaro mai ricevuto e per la promessa di aver svolto un ruolo importante nelle attività di ristorazione che l’uomo voleva portare avanti quando sarebbe uscito del carcere di Rebibbia. Ma il progetto è naufragato.
Il detenuto, 50 anni, si trova attualmente nella casa circondariale di Cremona: sul suo capo pende pure l’accusa di evasione. Il 21 maggio 2015, infatti, secondo i procuratori aveva sfruttato il regime di semilibertà, per far perdere le proprie tracce senza far ritorno in cella. Ma la fuga ha avuto vita breve: dopo una settimana è stato ritrovato e riportato in carcere. L’arresto è avvenuto dopo che il gip del tribunale di Roma ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare sulla base degli elementi acquisiti.