di Stefano Sansonetti
Ancora fibrillazioni all’interno di Rcs. Il fatto è che la lista di maggioranza per il rinnovo del consiglio di amministrazione non finisce di creare mal di pancia. L’ultima novità in ordine di tempo è arrivata questa mattina dai giornalisti del Corriere della Sera, i quali hanno messo nel mirino uno dei nomi apparsi all’interno dell’ormai famosa lista. Si tratta di Gerardo Braggiotti, presidente di Banca Leonardo, un passato in Mediobanca, considerato molto vicino a Marco Tronchetti Provera. Ma cosa avrebbe combinato Braggiotti secondo il Comitato di redazione del quotidiano? Semplice. In qualità di numero uno di Banca Leonardo, della quale è tutt’ora presidente, nel 2007 avrebbe ricoperto un ruolo centrale nell’acquisizione da parte di Rcs della società editrice spagnola Recoletos. Operazione che è alla fonte di gran parte dei problemi finanziari di cui oggi soffre Rcs. Nella nota si rammenta che dall’acquisizione, come ricordato dalla stessa Rcs, “sono scaturite perdite per oltre 846 milioni di euro”. Il resto è storia recente. L’azienda sta cercando di curarsi da tutti questi problemi con l’amara medicina delle dismissioni dei gioielli di famiglia (prima la sede storica di via Solferino e fra qualche tempo Rcs Libri). I giornalisti del Corriere, tra l’altro, citano una risposta fornita da Rcs in un’assemblea di 2 maggio 2012 secondo la quale Banca Leonardo “si propose in qualità di advisor finanziario di Rcs nell’operazione di acquisizione, essendo a conoscenza diretta dell’intenzione degli azionisti di Recoletos di cedere la società”. La conclusione è semplice: come fa Braggiotti a essere nominato in quel nuovo Cda chiamato adesso a mettere una pezza ai problemi che lo stesso banchiere avrebbe contribuito a creare qualche anno fa? Davvero una bella domanda, che piove come una tegola sul lavoro di limatura fatto dal numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, nella predisposizione di una lista di maggioranza che risultasse gradita ai maggiori azionisti (Fiat, Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Intesa). Risultato effettivamente ottenuto nel week end, con l’individuazione di Maurizio Costa, attuale numero della Fieg ed ex Mondadori, per il ruolo di presidente, e la conferma di Pietro Scott Jovane come amministratore delegato. Profili ai quali, sempre nella lista, si aggiungono i nomi di Laura Cioli (Ad di CartaSì e consigliere di amministrazione di Telecom), Teresa Cremisi (presidente della casa editrice francese Flammarion), Tom Mockridge (ex Ad di Sky Italia) e proprio Gerardo Braggiotti. Su quest’ultimo, quindi, si è appuntato il comunicato particolarmente critico del Comitato di redazione del Corriere. Ma chi è Braggiotti? Oggi il banchiere controlla il 100% della holding Gbh, che tra l’altro ha una partecipazione proprio in Banca Leonardo, e il 25% dell’azienda agricola Mazzolino, che produce Pinot nero in quel di Corvino San Quirico, in provincia di Pavia. In più siede nel consiglio di amministrazione dell’Inter, la squadra di cui è tifosissimo Tronchetti Provera. Naturalmente il ruolo più rilevante è quello di presidente di Banca Leonardo, una banca d’affari i cui maggiori azionisti sono con il 19,3% il Gruppo Frère (che fa capo al finanziere belga Albert Frère), con un altro 19,3% la società di investimento francese Eurazeo e con il 17,37% Exor, storica holding della famiglia Agnelli. Braggiotti anni fa è arrivato in Banca Leonardo dopo essere stato a partire dagli anni ’80 in Mediobanca, fino a ricoprirne il ruolo di direttore generale, e aver ricoperto successivamente il ruolo di presidente europeo della banca d’affari francese Lazard. Di sicuro il Cdr del Corriere non gli fa sconti. Dopo aver ricordato il suo ruolo di advisor nell’acquisizione di Recoletos da parte di Rcs, aggiunge anche che per quell’attività Banca Leonardo “percepì un compenso di 4 milioni di euro e le conseguenze di quella sciagurata consulenza sono tutt’ora evidenti: la posizione finanziaria di Rcs Mediagroup è gravata da debiti che sfiorano i 500 milioni”.
Twitter: @SSansonetti