Nessuna tregua tra governo e Regioni. Con la Lombardia, per l’emergenza Coronavirus, il premier Giuseppe Conte ricuce lo strappo consumato nella notte tra lunedì e martedì. Le accuse rivolte a un ospedale del Nord (Codogno) di aver agito fuori linea erano un errore che è stato rettificato, assicura il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Ai presidenti bruciava soprattutto la possibilità ventilata da Conte di avocare a sé le loro competenze. Ma spento il focolaio con la Lombardia si accende quello con le Marche. Che decide la chiusura delle scuole in disaccordo con quanto concordato con le Regioni fuori dall’area del contagio. Luca Ceriscioli conferma che andrà fino in fondo con la sua decisione, il governo la impugnerà. Le Marche avevano già l’altro giorno tentato di deliberare il blocco delle attività ed erano state stoppate dal premier.
La decisione delle Regione che ha dato i natali a Giacomo Leopardi arriva poche ore dopo il tavolo del governo con i presidenti delle Regioni collegati in video. A parte una breve incomprensione (vedi box in alto) il clima è di “piena collaborazione”. Conte, al termine, spiega: “La riunione si è conclusa con tre imperativi etici: collaborare, collaborare, collaborare”. Come un pompiere spegne tutti i focolai delle questioni aperte: “Dobbiamo lavorare, le polemiche non mi interessano”. E annuncia un’ordinanza per tutte le Regioni che non sono interessate dai focolai: dalla quarantena per chi è stato in zone rosse negli ultimi 14 giorni allo stop alle gite scolastiche fino al 15 marzo, dalla pulizia straordinaria dei mezzi pubblici all’uso dei disinfettanti negli uffici della Pa.
Ma le Marche appunto procedono come Conte non auspicava, ovvero in ordine sparso. Il premier si dice convinto che le iniziative messe in campo avranno “un effetto contenitivo della diffusione del virus”. Sono stati già stabiliti fondi e iniziative ma altre risorse e norme seguiranno. “L’impatto economico del coronavirus sarà maggiore e richiede misure più incisive”, sostiene. Sì alla richiesta delle Regioni – tra cui l’Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini – sulle mascherine. Le aziende che le producono devono “privilegiare” il mercato italiano. E’ già pronta un’ordinanza. E se Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi hanno manifestato, da subito, un atteggiamento collaborativo ora anche la Lega a modo suo sigla una tregua. Il leader Matteo Salvini annuncia di aver telefonato al premier “per annunciargli la lettera con le proposte della Lega”.
E il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari dice che il Carroccio “è orientato a votare a favore” del decreto sul Coronavirus. E così, oggi, l’aula di Montecitorio si appresta a licenziare in prima lettura il decreto, che poi dovrà passare all’esame del Senato. Vigila dall’alto il capo dello Stato. Sergio Mattarella è in contatto con il governo e i governatori. E invita alla massima collaborazione tra le istituzioni nel segno della responsabilità. Fontana riferisce di averlo sentito telefonicamente più volte.