“Non credo che queste misure basteranno a salvarci dalla terza ondata, ma non vorrei fare polemica”. E’ quanto ha detto a La Stampa, Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l’emergenza Coronavirus. “Trovo giusto correlare le regole al livello di contagio – spiega l’esperto – solo che si intravede un’evoluzione negativa della pandemia. Se si fanno dei provvedimenti poi bisogna farli rispettare. Le dichiarazioni di intenti non fermano i contagi; i dati dicono che gli assembramenti ci sono ancora e che si prepara una terza ondata. La mia impressione è che entro due settimane avremo un aumento del contagio non banale”.
L’Italia, ha detto ancora Ricciardi, “nella prima fase si è comportata molto bene, mentre nella seconda si è perso il controllo di test e tracciamento, ritardando il lockdown, e ora solo delle chiusure prolungate possono riportare la situazione sotto controllo”. Riaprire le scuole al 50% “non ha senso”; la riapertura “andrebbe rimandata almeno fino a metà gennaio”. “Come tutte le riaperture del resto. E’ urgente – ha aggiunto il consulente di Speranza – che le Regioni facciano quello che in molti casi hanno tralasciato quest’estate e cioè potenziare l’organizzazione territoriale e le squadre per l’assistenza a domicilio”.
Per quanto riguarda il vaccino, Ricciardi sottolinea che purtroppo averlo “non significa automaticamente riuscire a utilizzarlo. “Questa prima fase – afferma ancora l’esperto – è affidata alle Regioni perché riguarda operatori sanitari e Rsa. La speranza è che la situazione migliori con la partenza della campagna nazionale della struttura commissariale guidata da Arcuri. Dovrebbe partire subito, ma se ci si fosse mossi prima la macchina sarebbe già rodata. Non basteranno gli ospedali, serviranno palestre e palazzetti dello sport. Si dovranno usare tutti come nella prima ondata. Vaccinare 50 milioni di persone sarà un’impresa titanica”.