“Allo stato attuale delle conoscenze le scuole sembrano essere ambienti relativamente sicuri, purché si continui ad adottare una serie di precauzioni ormai consolidate quali indossare la mascherina, lavarsi le mani, ventilare le aule, e si ritiene che il loro ruolo nell’accelerare la trasmissione del coronavirus in Europa sia limitato”. E’ quanto si legge nel report dell’Istituto superiore di Sanità dedicato all’andamento dei casi di contagio nelle scuole. “La decisione di riaprire le scuole – aggiungono dall’Iss – comporta un difficile compromesso tra le conseguenze epidemiologiche e le esigenze educative e di sviluppo dei bambini. Per un ritorno a scuola in presenza, dopo le misure restrittive adottate in seguito alla seconda ondata dell’epidemia di Covid-19, è necessario bilanciare le esigenze della didattica con quelle della sicurezza. Le scuole devono far parte di un sistema efficace e tempestivo di test, tracciamento dei contatti, isolamento e supporto con misure di minimizzazione del rischio di trasmissione del virus, compresi i dispositivi di protezione individuale e un’adeguata ventilazione dei locali”.
“Sono stati 1.503 (0,7%) i ricoveri nella popolazione in età scolare, a fronte dell’8,3% nel resto della popolazione. Nella popolazione 0-3 anni il tasso di ospedalizzazione è molto più elevato, pari al 6,2%” riporta ancora il documento dell’Istituto superiore di Sanità. Dal 24 agosto e al 27 dicembre “sono stati diagnosticati in Italia come positivi per Sars-Cov-2 1.783.418 casi, di questi 203.350 (11%) in età scolare (3-18 anni)”. “La percentuale dei casi in bambini e adolescenti – osserva ancora il report – è aumentata dal 21 settembre al 26 ottobre (con un picco del 16% nella settimana dal 12 al 18 ottobre) per poi tornare ai livelli precedenti. Le percentuali di casi in età scolare rispetto al numero dei casi in età non scolare oscillano tra l’8,6% della Valle d’Aosta e il 15,0% della provincia autonoma di Bolzano”.
“La maggior parte dei casi in età scolare (40%) – si legge ancora nel report dell’Iss – si è verificata negli adolescenti di età compresa tra 14 e 18 anni, seguiti dai bambini delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), dai ragazzi delle scuole medie di 11- 13 anni (23%) e dai bambini delle scuole per l’infanzia di 3-5 anni (10%). Nel mese di settembre, l’età mediana dei casi in età scolare è stata di circa 12 anni, per poi aumentare leggermente nel mese di ottobre e tornare al valore precedente a novembre e dicembre. La distribuzione dei casi tra femmine e maschi è risultata totalmente bilanciata a livello nazionale, ma con lievi differenze a livello regionale, talvolta con percentuali un po’ più alte per i maschi nel mese di settembre, prima della riapertura delle scuole”.