“Siamo in una situazione di emergenza e che il Governo stia pensando di accorpare gli ultimi decreti varati ci può stare. Sono sicuro che sarà solo un’eccezione”, dice il senatore M5S, Primo Di Nicola.
Eccezione in che senso?
“Se c’è un’emergenza dichiarata di ordine sanitario, economico e sociale dobbiamo evitare di mandare in emergenza la democrazia parlamentare”.
Si spieghi meglio…
“In un regime democratico, che impone il rispetto della divisione dei poteri, occorre che in Parlamento si seguano le procedure previste. Non è solo un fatto formale ma sostanziale”.
Sta dicendo che il Parlamento non dovrebbe derogare le sue funzioni al Governo malgrado l’emergenza?
“Esattamente. Il Governo, che sta facendo un lavoro eccellente, deve adottare tutti i provvedimenti necessari, ma altrettanto deve fare il Parlamento che ha il dovere di esercitare fino in fondo le sue prerogative. Quindi deve riunirsi, discutere e votare tutte le volte che è necessario. Se diamo l’impressione oggi di derogare ai nostri compiti creeremmo un precedente pericoloso per chi domani, al Governo, volesse approfittarne”.
Ma c’è il problema della sicurezza dei parlamentari, che rischiano la salute?
“Il rischio del contagio esiste in tutto il Paese eppure si sta chiedendo a tutti i lavoratori indispensabili, per assicurare la produzione nelle fabbriche e il funzionamento dei servizi pubblici, di andare a lavorare. Per non parlare dei sacrifici che stanno facendo nelle strutture sanitarie medici e infermieri. Non vedo perché i parlamentari non debbano fare lo stesso, usando tutte le precauzioni. Dobbiamo essere d’esempio per tutti”.
Come si potrebbe tenere aperte le camere garantendo la sicurezza?
“Si possono contingentare le presenze in aula, permettendo ai parlamentari di seguire i lavori dall’ufficio di cui è stato dotato. E poi andare in Aula solo per intervenire e, infine, per votare, anche in questo caso, a piccoli gruppi”.