“In una delle peggiori crisi di sempre, dove nessuno ha colpe, colpiti da una pandemia globale, dobbiamo dirci la verità: l’Europa finora non ha saputo mostrare sufficiente solidarietà”. E’ quanto scrive il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in una lettera al Financial Times. “Non ha saputo giocare da squadra – ha sottolineato – anzi non ha voluto. Sono emersi egoismi e personalismi, persino scontri tra i giornali dei diversi Paesi. Uno spettacolo oggettivamente triste, che deve far riflettere non solo tutti gli italiani ma ogni cittadino europeo”.
“Oggi – ha aggiunto Di Maio – non possiamo più eludere certe domande: che Europa siamo? Dopo più di 60 anni dalla nascita dell’Ue cosa siamo diventati? Nella sua dichiarazione del 9 maggio 1950, quando le nazioni europee cercavano ancora di risollevarsi dalle conseguenze devastanti della Seconda guerra mondiale, Robert Schuman disse, testualmente: ‘L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto’. Bene, dov’è oggi questa solidarietà? Quale valore vogliamo attribuirgli?”.
“Nel corso degli anni – scrive ancora Di Maio -, l’Ue è riuscita ad evitare una guerra aderendo ai suoi principi fondanti e basandosi sulle parole e lo spirito Di coloro che hanno costruito un progetto comune, un progetto di pace. Non possiamo perdere questa opportunità di cambiare la storia. Lo dobbiamo ai nostri figli, alle future generazioni che verranno. Lo dobbiamo ai valori della democrazia e della libertà che abbiamo sempre difeso e che, mi auguro, continueremo ancora a difendere. Come mai prima d’ora l’Europa si trova di fronte a una sfida cruciale per il suo futuro. Una sfida che non ha precedenti nella storia dell’Unione europea, una sfida che segnerà inevitabilmente il nostro percorso”.
“Nessuno di noi, nessuno dei 27 Stati membri che oggi costituiscono la nostra comunità – scrive ancora Di Maio al Financial Times –, potrebbe farcela da solo. L’orgoglio e il patriottismo che ogni singolo governo nutre per la propria terra sono sentimenti nobili e legittimi, non possiamo tuttavia rischiare di restarvici chiusi dentro. Non possiamo affidarci agli individualismi, specie in un momento in cui il destino di ognuno è legato a quello dell’altro. Ora è il momento di restare uniti, di lottare insieme e di riflettere. Di riflettere sul futuro dell’Unione, su ciò che vogliamo, sulle nostre ambizioni. In una delle peggiori crisi di sempre, dove nessuno ha colpe, colpiti da una pandemia globale, dobbiamo dirci la verità: l’Europa finora non ha saputo mostrare sufficiente solidarietà. Non ha saputo giocare da squadra, anzi non ha voluto. Sono emersi egoismi e personalismi, persino scontri tra i giornali dei diversi Paesi. Uno spettacolo oggettivamente triste, che deve far riflettere non solo tutti gli italiani ma ogni cittadino europeo”.