“La situazione attuale ci permette di respirare, soprattutto per quanto riguarda le strutture sanitarie e le terapie intensive, che si stanno alleggerendo di un carico di lavoro che ogni giorno era molto più forte e comportava sacrifici straordinari per trovare nuovi posti di ricovero e cura. Si tratta di una situazione che ci permette di gestire l’emergenza con minore affanno. Questo perché sono stati posti in essere comportamenti che assolutamente devono permanere”. E’ quanto ha detto a Circo Massimo il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, commenta il trend degli ultimi giorni sull’emergenza coronavirus.
“Bisogna andare avanti con il massimo rigore – aggiunto il numero uno di via Ulpiano – anche la circolare del Viminale di fatto non sposta i termini dei comportamenti. Dobbiamo fare attenzione per evitare che la catena dei contagi ci sfugga di mano. L’ora d’aria per i bambini non è autorizzata, è una misura non ancora operativa, bisogna rispettare le regole di prudenza e stare in casa”.
Per il capo della Protezione civile in futuro dovremo abituarci a portare quotidianamente le mascherine. “E’ uno scenario possibile – ha detto in tal senso Borrelli -, gli esperti della parte tecnico-scientifica ci diranno quali saranno le modalità operative della ripresa. Sicuramente le mascherine servono, ma servono soprattutto i comportamenti responsabili. Le mascherine sono ancora un problema, non per i sanitari perché in queste settimane stanno arrivando carichi importanti dall’estero”.
Sul modello della cosiddetta fase 2 proposto da diversi accademici, basato sulla richiesta di tamponi a tappeto, indagini sierologiche e indagini demoscopiche sulla rete di contagi a cluster di popolazione, Borrelli spiega che “può essere un modello, ma la decisione va presa dagli esperti che stanno coordinando dall’inizio dell’emergenza la parte tecnico-scientifica. Il comitato tecnico istituito a supporto del ministero della Salute sta lavorando proprio su questo. Ieri in conferenza stampa mi è stata posta questa domanda, ho risposto che era prematuro pronunciarmi, sono gli esperti a dettarci la linea”.
“Se l’andamento non cambia – ha detto ancora il capo della Protezione civile a proposito della data del 16 maggio -, potrebbe essere, come potrebbe essere prima o dopo. Dipende dai dati. La situazione ora è stazionaria, dobbiamo vedere quando questa situazione inizia a decrescere. Non vorrei dare delle date, però da qui al 16 maggio potremo aver dati ulteriormente positivi che consigliano di riprendere le attività e cominciare quindi la fase 2”. Sul rischio di un’ondata di ritorno, ha spiegato ancora, “siccome c’è questa possibilità, soprattutto per quelli che non sono stati colpiti, bisogna usare misure precauzionali forti, per questo non voglio sbilanciarmi su aperture e modalità”.
Riguardo la difficoltà di reperire le mascherine, Borrelli ha spiegato che c’è stata “un’esplosione della domanda di mascherine, soprattutto ad uso chirurgico. Credo che la domanda sia cresciuta di 20-30 volte, siamo arrivati a 100 milioni di mascherine al mese come fabbisogno del sistema sanitario”. “Tutto questo – ha aggiunto – con una realtà nazionale che non aveva la capacità produttiva, non si producevano in Italia, non c’era abbastanza mercato. Si tratta di far parte una produzione nazionale. A questo sta lavorando il commissario Arcuri, continuando nella ricerca dell’importazione di mascherine dall’estero, soprattutto sulla base di on accordi bilaterali realizzati con la Cina”.