Per la Corea del Sud non c’è pace. Dopo il tentato golpe dell’ex presidente Yoon Suk-yeol e il conseguente processo penale, tuttora in corso, a Seul scoppia una nuova grana politica con l’incriminazione per corruzione dell’ex presidente progressista Moon Jae-in. L’indagine, secondo quanto si apprende, riguarda le presunte facilitazioni per l’assunzione del suo ex genero in una compagnia aerea.
A darne notizia è l’agenzia di stampa Yonhap. Moon, in carica dal 2017 al 2022, è stato incriminato per corruzione, mentre l’ex deputato Lee Sang-jik, fondatore della compagnia aerea low-cost Thai Eastar Jet, è stato incriminato per concussione e violazione della fiducia. Secondo l’accusa, Moon e sua figlia Moon Da-hye avrebbero ricevuto tangenti sotto forma di stipendio e altri pagamenti destinati all’ex marito di lei, di cognome Seo, da parte della compagnia aerea. Seo era stato nominato direttore esecutivo della compagnia nel 2018, dopo che Lee — che aveva fondato la società — era stato scelto come capo della Korea SMEs and Startups Agency.
Per la Corea del sud non c’è pace: incriminato per corruzione l’ex presidente progressista Moon
I pubblici ministeri ritengono che la nomina di Lee sia avvenuta in cambio dell’assunzione di Seo, nonostante la sua mancanza di esperienza nel settore aeronautico all’epoca. L’incriminazione di Moon arriva nel pieno dei preparativi per le elezioni presidenziali del 3 giugno, dopo che l’ex presidente Yoon Suk-yeol è stato rimosso all’inizio del mese a seguito del suo fallito tentativo di imporre la legge marziale. Al momento non è arrivata alcuna reazione da parte di Moon, mentre il Partito Democratico (DP) ha fortemente criticato l’azione della procura. La portavoce del DP, Park Kyung-mee, ha definito l’incriminazione “politica”, finalizzata a delegittimare Moon e il DP.