Il Pd è nella tempesta e non solo a Bari. Il sindaco di Milano Beppe Sala in un’intervista dice che per vincere il Pd deve “convergere al centro”. Mah. Non ne sono convinto.
Attilio Bensanti
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Gentile lettore, neppure io ne sono convinto. Il Pd ha problemi di credibilità non solo in Puglia. Tra l’altro amici milanesi mi dicono che Sala a Milano avrebbe operato per favorire il centro città, la Ztl, dove oggi comprare casa costa non uno ma due occhi della testa, mentre i quartieri periferici e semiperiferici sono abbandonati all’incuria e all’impoverimento selvaggio. Non proprio il pulpito per dare lezioni. Ma a prescindere da questo, il famoso “centro politico” da tutti evocato cosa significa? Un partito moderato? Ma il Pd è già un partito ultra moderato, tanto che secondo tutte le analisi dei flussi elettorali negli ultimi 10 anni ha perso quasi il 100% del voto tradizionale di sinistra – operai, artigiani, agricoltori, muratori, classi meno abbienti – e vive del voto delle Ztl, cioè della borghesia agiata e garantita. I voti ex di sinistra oggi vanno ai 5 Stelle e in parte notevole anche a destra, FdI e Lega, oppure finiscono nell’astensionismo. Il Pd allora dovrebbe recuperare nel grande serbatoio perduto anziché inseguire, come sembra suggerire Sala, i vari Renzi e Calenda che sono portatori del nulla e a loro volta raccattano due voti nelle Ztl. Gli ex voti di sinistra non si recuperano con alleanze ma con atti concreti, cioè con un’azione legislativa tesa a tutelare le classi meno abbienti. Renzi e Calenda vanno gentilmente deposti nella pattumiera della politica e ivi lasciati per sempre.
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