Onorevole Claudio Cominardi (M5S) sui furbetti del Covid, Salvini contrattacca e mette nel mirino Tridico. Vuole sapere perché l’Inps non ha pagato la cassa integrazione a migliaia di lavoratori italiani ma è riuscito a versare il bonus di 600 euro a parlamentari, consiglieri e assessori. Lei una risposta ce l’ha?
“Salvini strumentalizza la questione per non parlare dei problemi del suo partito. L’Inps in pochi mesi ha gestito una mole di domande che solitamente gestiva in 5 o 6 anni e, nonostante ciò, ha pagato in tempi rapidi la maggior parte delle prestazioni (oltre 13 milioni casse integrazioni, 4,1 milioni di bonus 600 euro e altri 3 milioni di bonus vari e reddito d’emergenza) al netto dei ritardi delle Regioni in alcuni casi amministrate proprio dalla Lega”.
L’ex ministro leghista Centinaio s’è spinto oltre. Il ragionamento è questo: visto che il referendum tagliaparlamentari “non sta appassionando nessuno” il caso del bonus “è un modo per far pensare agli italiani che tutti i parlamentari sono brutti, cattivi, spendaccioni e ladri”. Insomma, una manovra orchestrata ad arte?
“Non credo che questa storia del bonus faccia la differenza nell’opinione pubblica. Piuttosto mi chiedo se la Lega abbia cambiato idea sul taglio dei parlamentari che ha votato in Parlamento”.
Il paradosso non è nuovo: invece di prendersela con i furbetti, si dà la colpa a chi li ha scoperti. Ma è pur vero che il Garante della privacy, autorizzando la pubblicazione dei nomi ha detto che aprirà un’istruttoria per capire come mai tra le anomalie segnalate dall’Inps siano finiti politici che, a norma di legge, non hanno commesso alcun illecito…
“Questa vicenda ha rivelato che i primi a criticare le misure del Governo sono stati anche i primi a farne richiesta e a cascarci sono stati anche professionisti benestanti e manager ben pagati”.
A suo avviso la norma poteva essere scritta meglio?
“Il governo ha lavorato per sostenere tutti i cittadini nel momento più difficile. Mentre la Meloni voleva dare 1.000 euro a chiunque facesse richiesta, come commissione lavoro M5S avevamo presentato un emendamento a prima firma Siragusa per porre dei paletti reddituali stringenti. Non c’erano, però, le condizioni per intervenire durante l’emergenza. Non potevamo rallentare gli aiuti per bloccare qualche avido furbetto. I paletti li abbiamo posti alla prima occasione utile e i controlli non sono mancati. La vera questione è morale”.
Non ci sono, però, solo i leghisti coinvolti nel caso dei bonus (due sospesi ieri). Tra i sospettati c’è anche un vostro parlamentare e proprio oggi si è appreso anche del sindaco M5S di Campobasso. Come vi regolerete sui casi che vi riguardano?
“Il Movimento 5 Stelle ha chiesto agli interessati di palesarsi e ai parlamentari di rinunciare alla privacy. Noi i soldi li diamo ai cittadini tagliandoci gli stipendi, non li sottraiamo: siamo gli unici che in pochi anni hanno restituito alla collettività circa 113 milioni di euro. Poi non si possono mettere sullo stesso piano un consigliere comunale con un gettone di presenza che spesso non va oltre i 100 euro al mese, e un consigliere regionale o un parlamentare”.