Un progetto ampio che mira a formare in maniera “green” le nuove generazioni. Perché d’altronde “è nelle scuole che bisogna accendere il motore del cambiamento”, come spiega l’europarlamentare M5S Chiara Gemma. Da qui la proposta pentastellata: “Proponiamo che tutte le scuole europee, nell’ambito della loro autonomia, possano dedicare almeno un’ora delle loro attività all’educazione ambientale. Inoltre gli istituti scolatici devono diventare i primi edifici pubblici a bandire la plastica. Tutte le scuole europee devono diventare PlasticFree”.
Da dove nasce quest’idea?
“L’Europa ha stanziato nel quadro finanziario pluriennale ben 401 miliardi di euro per le politiche ambientali, una cifra pari a un terzo del bilancio europeo. A questi fondi dobbiamo aggiungere quelli vincolati per la transizione ambientale nel NextGeneration Eu. Inoltre, l’Europa stessa ha giustamente deciso di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tutti questi investimenti e obiettivi sarebbero carta straccia senza un’alleanza organica con le nuove generazioni”.
Crede che da un punto di vista politico ci sia margine per rendere tale proposta concreta?
“Non è facile, lo sappiamo. L’organizzazione scolastica in Italia è in mano alle Regioni e in alcune di queste ci sono esponenti di centrodestra che negano i cambiamenti climatici o ne sottovalutano la portata. Ecco perché abbiamo organizzato un evento online per fare informazione e formazione. La Presidente della Commissione Cultura del Parlamento europeo, la tedesca Sabine Verheyen, è d’accordo con noi e grazie a Barbara Floridia, Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, l’Italia è capofila europeo con il progetto ‘RiGenerazione scuola’, un piano nazionale per la transizione ecologica e culturale che coinvolgerà studenti, docenti e famiglie”.
Qual è l’obiettivo di questo confronto?
“Insieme agli esperti della formazione vogliamo ripensare la scuola del futuro, quella che deve offrire nuovi sbocchi lavorativi in settori che sentiremo molto parlare come quello della agricoltura di precisione, della chimica verde, della bio-economia o della progettazione e lavorazione di nuovi materiali”.
A breve intanto i ragazzi torneranno a scuola e le condizioni non sono ottimali: classi pollaio e rapporto che arrancano…
“Le soluzione contro le classi pollaio sono quella di aumentare gli spazi, a tal proposito ricordo che sono state create in molte scuole aule in più, e quella di assumere più insegnanti. Grazie al contributo essenziale e alla determinazione dell’ex Ministra Azzolina il nuovo anno scolastico si aprirà con 59mila docenti in ruolo in più. Senza il Movimento 5 Stelle il concorso straordinario che ha permesso l’assunzione a tempo indeterminato di buona parte di questi docenti non si sarebbe mai svolto”.
Come crede possa essere garantito il distanziamento vista la situazione italiana con le classi strapiene?
“Molti presidi diversificano gli orari di ingresso e di uscita delle classi scoraggiando così gli assembramenti. Non possiamo impedire ai giovani di socializzare anzi, dopo le restrizioni della pandemia hanno bisogno dei contatti con i loro coetanei per crescere. Ecco perché è necessario che tutti, senza nessuna esitazione, si vaccinino contro il Covid”.
Il ministro Bianchi ieri ha detto che si sta lavorando per una soluzione sui trasporti. Non siamo in eccessivo ritardo sulla tabella di marcia?
“Attenzione su questo. Il Ministro Bianchi sta cercando di mettere una pezza agli errori delle Regioni. Ricordo che negli ultimi due anni le Regioni hanno speso solamente il 22% del budget programmato dal governo per il trasporto pubblico locale. In molte Regioni c’è una incapacità gestionale e organizzativa allarmante”.
Crede ci sia la possibilità di un ritorno alla Dad?
“Spero proprio di no perché arrecherebbe dei danni sul piano sociale, fisico, psicologico ma soprattutto dal punto di vista dell’apprendimento. Purtroppo le notizie che arrivano da Stati Uniti e Israele, dove si moltiplicano le chiusure delle scuole, non fanno ben sperare. Le innovazioni tecnologiche e digitali devono essere utilizzate dalle scuole ma senza perdere la funzione educativa”.