Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, propone di rivedere le regole per il mondo del lavoro in relazione all’emergenza caldo. Parlando a Start, trasmissione di SkyTg24, Bonomi afferma che serve un protocollo per tutelare i lavoratori dal caldo estremo.
Nello specifico il presidente degli industriali chiede un accordo simile a quello che è stato fatto per l’emergenza sanitaria legata al Covid: “Serve un protocollo per cassa integrazione e smart working per i lavoratori, come durante il Covid-19”, afferma in riferimento al caldo.
Non solo il caldo record, Bonomi parla anche di Pnrr
Il presidente di Confindustria parla anche del Pnrr: “Noi siamo d’accordo nella rimodulazione del Pnrr con la finalità di avere crescita del Pil potenziale del Paese perché se facciamo – adesso banalizzo ovviamente – rotonde e piste ciclabili andiamo nel verso della sostenibilità ma non creano Pil per il paese e vengono a mancare le risorse”.
Secondo Bonomi ci “stiamo indebitando con una grossa responsabilità; se questi soldi non avranno la finalità di crescita del paese noi stiamo facendo un danno alle future generazioni e nessuno ne sta parlando. Il Pnrr lo dobbiamo realizzare e dobbiamo avere grande attenzione. La nostra proposta è che parte di quelle risorse siano utilizzate per stimolare gli investimenti sulle transizioni. Gli investimenti sono crescita del paese e gli investimenti stanno crollando: nel 2021 sono cresciuti del 18%, nel 2022 del 9% e quest’anno non so se arriveremo al 4%”.
E non mancano le critiche del numero uno degli industriali al Piano: “È difficile poter accollare a questo governo i problemi sul Pnrr, perché questo piano era sbagliato dall’inizio. Fin dall’inizio abbiamo detto al governo Conte che non andava nella direzione giusta. Purtroppo i dati ci stanno dando ragione perché questo piano doveva mirare ad essere un boost aggiuntivo agli investimenti pubblici che mobilitasse peraltro anche quelli privati e così non è stato”.
L’inflazione secondo Confindustria: le stime per il 2023
Bonomi ribadisce che la politica dei tassi della Bce non lo convince, ritenendo che spaventa i mercati e crea un clima “generale di incertezza che influisce sulla propensione agli investimenti”. Poi fornisce alcune stime sull’inflazione: “Avevamo stimato a fine dell’anno scorso che l’inflazione alla fine di quest’anno sarebbe stata in una forchetta tra il 5 e il 6%, oggi stimiamo che sarà ancora più bassa, potrebbe essere una forchetta tra il 3 e il 4% ma non è merito della politica che sta applicando la Bce. Le serie economiche storiche dicono che non si fa contrasto all’inflazione solo con l’aumento dei tassi, non è quella la strada”.