Continua la corsa al riarmo, Crosetto ora punta al 3% del Pil per le spese militari

Crosetto chiede all'Ue di allentare le regole fiscali sulle spese per la difesa e punta a un obiettivo del 3% del Pil.

Continua la corsa al riarmo, Crosetto ora punta al 3% del Pil per le spese militari

Pur di compiacere Donald Trump, l’Italia è pronta a tutto. Anche ad aumentare nettamente le spese per la difesa, provando a trattare con l’Ue su questo punto, come se l’emergenza nel nostro Paese riguardasse le spese militari e non quelle per la sanità o per i salari. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in occasione della ministeriale Difesa della Nato, ribadisce la richiesta alla Commissione di scorporare le spese per le armi da quelle del Patto di stabilità e afferma che ormai in Ue sono praticamente quasi tutti d’accordo – e, quindi, probabilmente anche l’Italia – sull’aumento delle spese per la difesa al 3% del Pil.

Crosetto punta al 3% del Pil per le spese militari

A fine giugno, secondo Crosetto, al vertice Nato ci sarà una nuova proposta che non sarà più quella del 2% del Pil in spese militari, “neanche il 2,5%, si parla di oltre il 3%” ed è una proposta che “trova concordi quasi tutti i Paesi”. L’impegno del 2% è “ormai ampiamente superato” per Crosetto, di fronte alla richiesta di Trump del 5%, irrealizzabile per molti. L’impegno “va oltre il 2%”, su questo non ci sono dubbi per il ministro.

Da qui la richiesta all’Ue di alleggerire le regole fiscali per la difesa: “Un’Europa che continua ad applicare regole burocratiche, come se il mondo non fosse cambiato, è un’Europa che non ha futuro”. Con i nuovi scenari, a suo avviso, è necessario cambiare le regole “quando le regole che noi stessi abbiamo fissato ci uccidono”. Crosetto, quindi, dice di “voler credere” alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, quando spiega che verranno utilizzate “tutte le flessibilità” possibili per facilitare la spesa militare degli Stati Ue.