A Marco Marsilio, governatore uscente dell’Abruzzo e candidato delle destre per il bis alla guida della Regione, il centrosinistra gli rimprovera di essere “un marziano”. Nell’ultima fase del suo mandato, l’uomo della Meloni si è affannato a recuperare il tempo perso, anche per conoscere il territorio. Per esempio ha dovuto girare 305 comuni. Pur avendo i suoi genitori di Tocco da Casauria, infatti, il governatore è romano. E da romano è arrivato in Abruzzo. Ha praticamente fatto un viaggio inverso a quello di Ennio Flaiano. Da qui l’epiteto affibbiatogli di “marziano”. Ieri il leader del M5S, Giuseppe Conte, lo ha liquidato con una battuta che non avrebbe potuto essere più efficace.
“La giunta uscente non si è distinta per attenzione ai problemi concreti delle persone. Non so perché, se è una questione di incapacità o un fatto oggettivo. Non si può governare una Regione in smart working da Roma. Restituiamo l’Abruzzo agli abruzzesi”, ha detto l’ex premier da Chieti durante il tour della campagna elettorale in sostegno di Luciano D’Amico. Conte ha invocato una svolta. A partire dalla sanità, che è uno dei temi che stanno più a cuore ai Cinque Stelle. “Purtroppo la sanità è un tema fortissimo in Abruzzo, ma ormai fortissimo in tutta Italia, dove più dove meno. Qui mi dicono che per una colonscopia la media è quasi 450 giorni l’anno, da un’altra parte 500, da un’altra parte 300 giorni. Oggi abbiamo migliaia di cittadini abruzzesi che vanno a curarsi fuori, è una sanità disastrata”, ha detto nel corso di un evento elettorale, in cui ha incontrato una donna che ha difficoltà a reperire un farmaco salva vita. “La sanità è in mano ai presidenti delle regioni, l’80 per cento del bilancio della sanità è gestito dalle Regioni – ha aggiunto Conte – Ecco perché queste elezioni sono importantissime anche per dare una svolta, un segnale vero di attenzione e di concretezza sulla sanità”.
Conte smonta Marsilio e la propaganda spicciola delle destre
In fretta e furia il governo giovedì ha riunito il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) per approvare l’assegnazione di 720 milioni di risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la realizzazione dei primi due lotti della Roma – Pescara. Ma quello che Meloni, Marsilio, Salvini e compagnia cantando non dicono è che i fondi stanziati non sono nuovi ma non sono altro che il ripristino di quelli che erano stati stralciati dal Pnrr dal governo stesso per la realizzazione dell’opera. Il governo in pratica non ha fatto altro che creare il problema, definanziando l’infrastruttura, per poi fare finta di risolverlo, rimettendo quei soldi e avere una carta elettorale da giocarsi. Non solo. La rifinanziano non con fondi europei come avrebbe dovuto essere col Pnrr ma con le risorse del Fsc. Dirottano così risorse destinate ad altre voci. Appunto il gioco delle tre carte. “Io mi sarei vergognato da presidente del Consiglio, a qualche giorno dal voto, a rifinanziare un definanziamento che era stato colpa del Governo”, attacca Conte.
“Quando hanno definanziato il Pnrr questa linea, la Roma Pescara, Marsilio che cosa ha fatto? Ha subito supinamente questo definanziamento: adesso, a qualche giorno dal voto, si svegliano e rifinanziano – ha aggiunto Conte -. Peraltro diciamolo ai cittadini abruzzesi, stiamo parlando del finanziamento lotto 1 e lotto 2, quindi non è la Roma Pescara, è la Pescara Chieti. Ma di queste cose elettorali, di queste prese in giro, i cittadini sono stanchi. Cosa hanno fatto fin qui? Sono 16-17 mesi di governo nazionale e Marsilio sono cinque anni che governa la Regione”.
Conte ha chiuso la sua giornata abruzzese nel Teramano dove assieme al sindaco del capoluogo, Gianguido D’Alberto, ha fatto visita ai residenti di alloggi Ater ancora sfollati dopo il terremoto del 2016. Ma uno dei punti essenziali del suo ragionamento politico in vista delle regionali del prossimo 10 marzo è stato quello di tutelare gli interessi dei cittadini – negli alloggi Ater ad alcuni manca l’acqua e la luce – e nello stesso tempo tornare sull’annoso problema della riserva del Borsacchio, tra Giulianova e Roseto degli Abruzzi, di fatto cancellata da una decisione del Consiglio regionale. “È un’area meravigliosa, non accetteremo questa riduzione. L’Abruzzo rappresenta un prototipo di bellezza in Italia e le aree naturali vanno protette, basta consumo di suolo e sì alle attività economiche compatibili con l’ambiente. Combatteremo anche in Abruzzo quelle vecchie logiche economiche che distruggono le aree naturali”, ha concluso l’ex premier che nel tardo pomeriggio aveva in agenda proprio la visita alla riserva naturale del Borsacchio. E infine alla domanda sulla coalizione in corsa per le regionali, se in Abruzzo è campo largo o campo giusto, Conte ha ribadito: “Come sempre è campo giusto”.