La manovra “espansiva” di Giuseppe Conte è stata approvata dopo un Consiglio dei ministri fiume che si è protratto fino all’alba di ieri. Anche perché, sul tavolo di Palazzo Chigi è arrivato non solo il Documento programmatico di bilancio, sintesi della Finanziaria, che doveva essere inviato a Bruxelles entro la mezzanotte di martedì, ma pure il decreto fiscale e la legge di Bilancio. Che hanno avuto il via libera “salvo intese”.
NOTTE IN BIANCO. Determinante, ancora una volta, l’opera di mediazione del premier per l’intesa sulle misure cardine della manovra. Gli incrementi dell’Iva pari a 23,1 miliardi sono stati completamente sterilizzati, senza rimodulazioni delle aliquote a cui si erano opposti i renziani di Iv e i 5S. Si riduce dal 2020 il cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori. E qui prevale la linea Pd rispetto ai Cinque stelle che volevano da subito la sforbiciata delle tasse anche per le imprese. Vengono destinati 600 milioni per gli interventi in favore delle famiglie. Obiettivo è l’assegno unico per i figli. Sconti per gli asili nido, con azzeramento della retta per i redditi bassi. Cancellato il superticket da settembre 2020.
Si arricchiscono le detrazioni per le ristrutturazioni. Per il 2020 parte una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (il ‘bonus facciate’). Si stanziano le risorse necessarie a proseguire gli incentivi del programma “Industria 4.0” e altri strumenti di innovazione. Sul fronte previdenziale confermate Ape Social e Opzione donna. Su quota 100 prevale la linea M5S: non viene toccata, neanche per le finestre di uscita. Stanziati fondi per le politiche di sostegno alle persone diversamente abili. Risorse anche per il Mezzogiorno. Esentati dal canone Rai gli anziani a basso reddito.
Si istituiscono due nuovi fondi per finanziare gli investimenti dello Stato e degli enti territoriali e un fondo per contribuire alla realizzazione di investimenti privati sostenibili nell’ambito del green new deal. Che parte con una dote di 11 miliardi in tre anni. La manovra abolisce la flat tax per professionisti e partite Iva con redditi compresi tra 65.000 e 100.000 euro, che doveva scattare dal prossimo anno in base alla legge di bilancio del governo gialloverde.
LOTTA AGLI EVASORI. Sul fronte delle coperture – la manovra è di circa 30 miliardi- al netto della flessibilità data dal maggiore deficit per 14 miliardi di euro, cuore degli interventi è la lotta all’evasione, vero e proprio manifesto programmatico del premier. Al via il piano cashless: passa il superbonus da riconoscersi all’inizio del 2021 per le spese effettuate con strumenti di pagamento tracciabili nonché l’istituzione di estrazioni e premi speciali per chi usa le carte. Si introducono misure per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera e l’aggiramento della normativa contrattuale in tema di appalti da parte di cooperative o imprese fittizie.
Si rafforzano le misure contro le frodi nel settore dei carburanti. Aumentano le tasse sui giochi, da cui si attende un gettito superiore ai 500 milioni, e viene introdotta la plastic tax. Dal primo giugno 2020 il governo introdurrà una tassa di un euro per ogni chilo di imballaggio di plastica. Al via anche la revisione dei sussidi inquinanti. Confermata la digital tax con aliquota del 3% sui ricavi delle grandi imprese che forniscono servizi digitali sul territorio dello Stato. Dentro anche la sforbiciata alle detrazioni fiscali per i redditi più alti.