La linea è chiara da tempo, ma si sa, repetia iuvant. E così anche ieri, il premier Giuseppe Conte è stato chiaro su un eventuale ricorso del nostro paese al Mes: non s’ha da fare. Punto. Se ne facciano una ragione gli “innamorati” del fondo salva Stati (leggi Italia Viva, Forza Italia e buona parte del Pd). “Il Mes è un debito, se ne avremo bisogno aumenteremo il deficit. Visco ha detto che ci sarebbe uno stigma”. Questo in sintesi il Conte – pensiero così come riportato nelle anticipazioni dell’ultimo libro di Bruno Vespa “Perché l’Italia amò Mussolioni (e come ha resistito alla dittatura del Covid)”.
A precisa domanda, se prendendo il Mes l’Italia farebbe una brutta figura, visto che finora nessun altro paese lo ha preso, il premier ha risposto che, pur non potendo prevedere le reazioni dei mercati finanziari, cosa certa è che il Sure (il fondo europeo per finanziare la cassa integrazione, ndr) lo prendono tutti. Il Mes no e dunque è abbastanza chiaro che “Se fossimo i soli a prenderlo, questo farebbe scattare un segnale di attenzione nei confronti dell’Italia”. E nell’esporre questa considerazione il premier chiama in causa una figura autorevole.
“Oggettivamente prendo atto che il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto che, visto che nessuno prende il Mes, ci sarebbe uno stigma per chi lo chiede. Io non so quantificare questo stigma”. E ancora: “I soldi necessari alla sanità possiamo trovarli anche diversamente. Il Mes è un debito. Se ne avremo bisogno, vuol dire che aumenteremo il deficit”. In ogni caso Conte ha precisato di non aver mai escluso a priori il possibile ricorso al Mes per partito preso: “Queste decisioni politiche si prendono al tavolo di maggioranza dopo un confronto approfondito. Io ho dato soltanto un contributo per de – ideologizzare questo tema. Non ho una mia valutazione”.
Ovviamente a sostegno della posizione – ormai decisamente inequivocabile – di Conte, si schiera compatto il Movimento 5 Stelle, con un post sul Blog delle stelle. “La verità è che nessuno vuole il Mes perché è uno strumento inadeguato e rischioso. E il presidente Giuseppe Conte è sotto attacco soltanto per aver ricordato, in risposta ad una domanda specifica, un fatto che è sotto gli occhi di tutti. Insomma, come ha detto giustamente Conte, il Mes non è la ‘panacea’. I soldi per la sanità ci sono e ci saranno sempre più in futuro, perchè l’epoca dei tagli ai servizi pubblici essenziali è finita. Alle Regioni tocca spenderli al meglio e il prima possibile”.
Chi ancora insiste, dall’opposizione, è Forza Italia, con il responsabile economico del partito, Renato Brunetta, che ha annunciato ieri ai microfoni del Tg3: “Vogliamo subito i 37 miliardi del Mes per combattere la pandemia. E’ stato costituito l’intergruppo parlamentare Camera-Senato ‘Mes subito’, al quale hanno aderito tutti i gruppi politici in Parlamento, tranne Lega, Fratelli d’Italia e LeU. Ci riuniremo domani (oggi, ndr) per la prima volta, e siamo già oltre 40. Saremo la maggioranza entro due settimane”. All’iniziativa, nata dai deputati di maggioranza – di Italia Viva per l’esattezza – Camillo D’Alessandro e Vito De Filippo, hanno già aderito il vice segretario Pd Andrea Orlando con diversi parlamentari, l’esponente di +Europa Riccardo Magi ed ex rappresentanti del M5s ora al gruppo Misto.