Strani movimenti sul Corriere della Sera e soprattutto La Repubblica con due editoriali che sembrano sincronizzati per far fuoco da cecchini contro il passato premier Giuseppe Conte. E per glorificare il nuovo corso “arcobaleno” (con quasi tutti dentro) di Mario Draghi.
Giornaloni scatenati. Assalti a Conte e Raggi per assolvere Draghi
Iniziamo da via Solferino dove Massimo Franco compie un’analisi dei moti di piazza avvenuti l’altro ieri a Roma, Milano, Bari, Imperia e Caserta. Per il Corriere quanto successo non è un
granché e non occorre esagerarne la portata e l’impatto sul governo. Ma questo non è vero perché le manifestazioni ci sono state ed anche violente con tafferugli con la polizia, fermi ed arresti. Non sfugge neppure la dimensione per così dire “simbolica” di questi eventi. Caratterizzata dallo “sciamano italiano” Hermes Ferrari, ristoratore di Modena e emulo di quello sciamano Usa”
Jake Angeli che intimorì Capitol Hill in nome della “vittoria negata” a Donald Trump. Ed è proprio la dimensione simbolica a cui fare attenzione. Perché essa si rivolge istintivamente, per attrazione naturale, ai quei settori più facinorosi e quindi più pericolosi del popolo sovranista, legati ai no vax, no mask, no 5G, anarchici e similari. Un humus da non sottovalutare per la sua portata potenzialmente eversiva e deflagrante. Lo stesso Franco non può negare da un lato la gravità della situazione. Ma dall’altro, quasi freudianamente, cerca di rimuoverla dicendo che poi, dopo tutto, è abbastanza fisiologica a causa della stasi del piano vaccini e della relativa incertezza comunicativa contraddittoria.
Ma queste sono responsabilità non “fisiologia”. Evidente è la sofferenza di Matteo Salvini e della Lega che vorrebbe “cavalcare la protesta” come ai bei tempi dell’opposizione. Ma ora che è al governo, e per di più con il dicastero dello Sviluppo economico, non può più. Tornando all’articolo manca l’analisi politica e cioè le proteste dovute al popolo dei commercianti e ristoratori non sono solo dovute ai periodi di inattività. Ma soprattutto ai ristori non arrivati e questo perché dei 32 miliardi di euro di scostamento dal bilancio Draghi ne ha utilizzati solo 11. E – per di più – aumentandone la platea e quindi riducendone inevitabilmente l’impatto per i singoli.
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Conte e Raggi: all’attacco per assolvere Mario Draghi
L’altro articolo di Stefano Folli su La Repubblica è invece basato su una sgangherata analisi politica su Roma e sui suoi (presuntissimi) riflessi sui rapporti nazionali tra il Partito democratico e i Cinque Stelle. Repubblica è un giornale cortigiano che ha sempre perseguito un disegno politico, ma questa volta il pastiche cucinato da Folli risulta pesante e grossolano. La tesi è che la candidatura a sindaco di Roma di Virginia Raggi bloccherebbe l’asse Movimento Cinque Stelle-Partito democratico. Il collega “ammonisce” e incita poi il nuovo segretario Enrico Letta a dare una prova di possedere adamantini attributi virili e così imporsi a chi è favorevole a candidare la Raggi per stroncare questa operazione che lui giudica esiziale sia per il Pd che per il Movimento.
A parte che la Raggi è la candidata ufficiale del Movimento stesso, in questo momento è l’unica carta per battere il centrodestra visto che l’autocandidatura di Carlo Calenda è contestata proprio da gran parte del Pd stesso e Roberto Gualtieri scalda gli animi come un invito a cena con un anacoreta in penitenza. E le ventilate possibilità di candidare Roberto Fico a Napoli valgono come un quadro disegnato sull’acqua, visto che è il ras della Campania Vincenzo De Luca a decidere e non certo Letta. E nel frattempo la data del 30 aprile si avvicina e del Recovery Fund non si sa ancora niente. Ma a Draghi si perdona tutto.