Un Giuseppe Conte a tutto tondo quello che ieri ha partecipato alla presentazione dell’ultimo libro di Michele Ainis. E, ovviamente, il nemico numero uno è stata Giorgia Meloni e alcune battaglie – vessillo che la premier vuole condurre. Sulla riforma costituzionale del premierato, ad esempio, secondo Conte “Meloni farà il referendum quanto più prossimo alla scadenza della legislatura, sa di rischiare e non credo voglia azzardare troppo. Se la giocherà alla fine per non rischiare di andare a casa prematuramente”. Queste le parole dell’ex premier, alla presenza anche di Romano Prodi il quale anche ha partecipato alla presentazione del libro di Ainis, “Capocrazia”.
Confronto serrato tra il presidente pentastellato Conte e Prodi alla presentazione del libro di Ainis
“Lei, memore di quanto successe a Renzi, può anche dire che questa riforma la ‘offre’ quasi in modo disinteressato al giudizio degli elettori, ma poi dovrà spendersi per convincerli e sarà evidente che questa è la sua riforma. E rimarrà dunque impigliata al giudizio elettori con il referendum”, ha aggiunto Conte. Ma il presidente del Movimento cinque stelle si è spinto anche oltre, toccando uno dei temi più divisivi della politica italiana: l’invio di armi all’Ucraina. “Siamo tutti concentrati sulle modalità più adeguate e opportune per tutelare l’Ucraina, ma questa strategia militare non sta dando frutti. Noi, senza voler essere profeti, lo avevamo anticipato con le nostre perplessità che ci spingevano a chiedere prima a Draghi e poi a Meloni di farsi portatori di una posizione negoziale per non arrivare a quello che vediamo ora. E non oso immaginare cosa succederà quando entreremo nel vivo nella campagna elettorale per le presidenziali americane”, ha spiegato Conte. Cha ha poi aggiunto: “Sarebbe stato opportuno, necessario e raccomandabile impostare da subito una svolta negoziale”.
“Su Gaza la chiarezza avrebbe potuto evitare quello che sta succedendo”
Ma non è tutto. Perché l’ex presidente del Consiglio si è soffermato anche sull’annosa e delicata vicenda israelo-palestinese. “Su Gaza avremmo voluto un atteggiamento dell’Europa, con la pressione della comunità internazionale e degli Usa in particolare, che avesse chiarito dall’inizio a Israele in maniera inequivocabile la solidarietà e il diritto a reagire, ma che a fronte di un’invasione indiscriminata in violazione delle norme del diritto internazionale e dei diritti umanitari, noi non avremmo dato copertura politica. Anche in questo caso la chiarezza avrebbe potuto evitare quello che sta succedendo”. Un tema scomodo, soprattutto in questo periodo. E che sicuramente aprirà confronto e discussione all’interno della probabile coalizione di centrosinistra.
Le prossime elezioni regionali sono vicine. A cominciare dalla Basilicata
Ma dopo la vittoria alle ultime elezioni regionali in Sardegna, non si poteva non discutere che di prossimi impegni elettorali. E su questo tema, però, Conte ha mosso critiche anche nei confronti dei prossimi e potenziali alleati. “In Sardegna c’era un progetto credibile e serio e non abbiamo vinto ma stravinto”, ricordando che in campo c’era anche Renato Soru e poi “all’indomani di quella vicenda, ho letto che qualcuno ha detto ‘con Conte dobbiamo cominciare a parlare’ ma poi in campagna elettorale” in Abruzzo “sono stato cannoneggiato e il M5S dipinto come la iattura, il disastro del sistema italiano. Se non c’è coerenza, allargare il campo per una sommatoria politica non funziona”. Adesso vedremo, proprio in virtù di tale visione, quali saranno i prossimi passi all’interno della coalizione. Le prossime elezioni regionali sono vicine. A cominciare dalla Basilicata e le scelte che si faranno saranno determinanti anche per capire che futuro potrebbe avere un’alleanza giallorossa sul fronte nazionale.