Desta indubbia meraviglia l’uscita di Matteo Salvini a nome della Lega sul fatto che la Rai riservi al presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’immediata disponibilità per le conferenze stampa a discapito – si legge nel comunicato – anche dei messaggi videoregistrati del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’ex ministro ha anche affermato che la Lega presenterà un’interrogazione alla commissione di Vigilanza Rai sulla questione. Alcune considerazioni sono d’obbligo. Intanto qui non si parla di figure meramente politiche come è ormai quella svaporata di Salvini, ma di figure istituzionali che guidano il Paese in uno dei momenti più drammatici della sua Storia e non solo recente.
L’immediatezza delle comunicazioni che permette la diretta tv sui canali del servizio pubblico è fattore determinante per il raggiungimento del massimo numero di persone da una piattaforma che viene percepita come affidabile in un momento, oltretutto, in cui le fake news sono ovunque e i messaggi vengono spesso distorti e piegati alle proprie esigenze. E neppure l’artificio retorico di utilizzare insieme a quella di Conte anche la figura del Presidente della Repubblica Mattarella pare molto convincente. Un Salvini che si fa improvvisamente difensore di Mattarella, dopo averlo spesso criticato in passato, suona falsa come una moneta di plastica. In questo momento è necessario infatti la massima coesione nazionale per fronteggiare l’emergenza e gli italiani potrebbero non capire, oltre che non gradire, i tentativi di mettere in atto ancora qualche trucchetto comunicativo per arraffare un po’ di consenso che per la Lega è dato peraltro in calo.
C’è anche da dire che il fuoco mediatico dell’opposizione non è che sia proprio poca cosa visto che può dispiegare le corazzate Mediaset la cui tolda vede sempre presente Salvini e gli esponenti del centro-destra. Parimenti la stampa non manca di essere rappresentata dalle testate storiche come La Verità, Libero, il Giornale, Il Tempo. Il punto è che, al di là degli aspetti contingenti, Salvini ritiene di avere un conto aperto con Conte per via della fine del governo giallo-verde. Non si può dimenticare la stizza con cui il leader padano ascoltò il discorso di Conte che sancì la fine dell’esperienza e di come in seguito l’ex ministro si rapportò al Presidente del Consiglio.
CONTO IN SOSPESO. Ma c’è un fatto che la Lega tende a dimenticare: la fine del governo giallo-verde fu determinata proprio dallo stesso Salvini che in una orgia di ingordigia di potere tentò la spallata dopo il consenso acquisito alle Europee e poi cercando goffamente di rimediare. Per lui, come noto, la manovra finì male perché invece del potere assoluto che vagheggiava negli ultimi tempi si prese una tranvata storica che lo defenestrò brutalmente che ancora interroga tutti quanti sulle sue reali motivazioni che non siano quelle di uno sciocco errore. Infatti non si è mai capito perché cercò il colpaccio sapendo benissimo che non avrebbe ottenuto elezioni anticipate.
Tornando invece al comunicato in cui si annuncia la protesta in Vigilanza Rai, suona come provocatoria rispetto ai problemi che ha il Paese alle prese con ben altre questioni. Una mossa miope che rivela, ancora una volta, scarsa lungimiranza e che, oltretutto, mette a rischio, nei confronti di chi è così impegnato, l’idea di un potere politico saldo.