Il concetto è chiaro: per segnare una linea di demarcazione chiara e netta tra chi è rimasto e chi invece ha deciso di andar via, bisogna tornare a premere a più non posso su quei princìpi che hanno resto “grande” il M5S.
Poche aperture sul tetto al doppio mandato. Il garante del M5S ribadisce pure il pieno sostegno a Draghi
In una sorta di gioco a chi tira più la corda, nel momento in cui Luigi Di Maio ha di fatto rinnegato ciò che i Cinque stelle sono stati, la chiave imposta da Beppe Grillo e Giuseppe Conte va inevitabilmente in direzione contraria: nessun passo indietro, ma anzi pressing sfrenato sugli ideali fondativi dei pentastellati.
Ecco perché ora il tetto al doppio mandato diventa il nuovo-vecchio vessillo da cui partire. A maggior ragione se si pensa – questo è il dubbio di tanti – che diversi parlamentari hanno rotto proprio per non rinunciare a una terza ricandidatura.
“Non voglio deroghe ai 2 mandati, è un nostro principio fondante“. Queste sono state non a caso le parole di Beppe Grillo, che così, secondo quanto riportato dalle agenzie, si è rivolto ai parlamentari, durante uno degli incontri che ha avuto durante il pomeriggio di ieri alla Camera con i vari esponenti del M5S.
Oltre a ‘blindare‘ la regola che vieta il terzo mandato elettorale – cioè il principale nodo attualmente sul tavolo del leader Giuseppe Conte – il fondatore ha tenuto una sorta discorso motivazionale au deputati: “Avete avuto un’occasione incredibile, ci vuole entusiasmo. Se ci credete, non abbandono nessuno. Ma dovete crederci fino in fondo“, il senso delle parole di Grillo, riportate da alcuni dei presenti.
Lo spirito, dunque, è uno e uno soltanto: avanti tutta. Su ciò che ha reso “diverso” il M5S da tutti gli altri partiti (la politica non deve diventare una professione). Ma anche su temi concreti, a partire dalla transizione ecologica. Se da una parte infatti il garante ha ribadito piena fiduciaal governo di Mario Draghi, non ha risparmiato critiche, e al premier ha detto che l’esecutivo “ci deve ascoltare di più“.
Col suo tipico linguaggio colorito, Grillo ha poi aggiunto: “Non esco dal governo per un c… di inceneritore“, riferendosi alla norma sull’inceneritore a Roma contenuta nel decreto Aiuti, invisa Movimento 5 Stelle. Un modo come un altro, però, per far emergere come sul tema ambientale non ci saranno ulteriori mediazioni.
Grillo non ha risparmiato neanche un passaggio sulla recente scissione ad opera di Luigi Di Maio: “Nessun rancore per chi è andato via…”, avrebbe detto Grillo. Che ha iniziato le riunioni scherzando coi parlamentari: “Abbracciatemi“, avrebbe esordito rivolto ai presenti. Le fonti interpellate parlano di “una riunione bellissima, con un entusiasmo incredibile“.
E riportano anche un’altra frase del fondatore, riferita all’attuale presidente del M5s: “Con Conte abbiamo caratteri diversi, ma nonostante questo abbiamo un rapporto ottimo, costruito giorno dopo giorno, io e lui ci sentiamo ogni giorno”. Insomma, Grillo si è schierato nettamente su uno dei problemi principali della sua trasferta romana: è favorevole a mantenere il limite dei due mandati per le nuove candidature.
E sul tema ha lungamente discusso anche con Conte: il faccia a faccia è durato circa quattro ore e alla fine l’ex premier ha lasciato la struttura da una porta secondaria. Subito dopo, il garante ha incontrato il tesoriere M5S Claudio Cominardi e il sociologo Domenico De Masi. Nel tardo pomeriggio si è poi recato alla Camera per incontrare i deputati. Ed è anche questo un punto focale: per assopire critiche e voci mediatiche, bisogna tornare a far politica. Concreta. Il Movimento proverà a ripartire da qui.