Il nuovo contributo pro capite per le attività produttive del decreto Sostegni, prima manovra economica del governo Draghi, è inferiore al decreto Ristori dell’esecutivo Conte. A certificarlo è l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) in una memoria sul provvedimento inviata alle commissioni Bilancio e Finanze del Senato.
Conte supera Mario: i ristori dell’avvocato più ricchi dei Sostegni di Draghi
Relativamente all’ampiezza del nuovo contributo a fondo perduto, rileva l’organismo guidato da Giuseppe Pisauro “dal confronto tra stime del Mef apparse sulla stampa relativamente alla nuova misura e i dati dell’Agenzia delle entrate relativi a quelle precedenti, emerge che il nuovo contributo pro capite è più elevato rispetto a quello di maggio (DL 34/2020). Ma inferiore – tranne che per la classe dimensionale di fatturato tra 1 e 5 milioni – a quello del decreto Ristori (DL 137/2020)”.
Secondo l’Upb “a posteriori a parità di perdita di fatturato annuale, potranno emergere tra i beneficiari significative differenze nell’ammontare dei contributi complessivamente ricevuti”. Occorre dunque per il futuro una correzione di rotta, “un intervento perequativo”. “In prospettiva – sostiene Pisauro – sarà importante correlare l’ammontare complessivo di contributi percepiti dai singoli soggetti (persone fisiche e persone giuridiche) alla effettiva perdita di fatturato realizzata nel periodo trascorso”.
“E sulla base di queste risultanze, valutare l’opportunità di un intervento di tipo perequativo. Per assicurare che, da un lato, non ci siano stati titolari di partita Iva rimasti esclusi dal beneficio pur avendo subito perdite di rilievo. E, dall’altro, non ve ne siano stati altri che abbiano ottenuto ristori, anche consistenti, a fronte di perdite più contenute o addirittura assenti”.
Gli aiuti dell’avvocato e quelli di SuperMario
Un problema, questo degli aiuti distribuiti in modo disuguale, su cui accende un faro, oltre a Pisauro, anche la Banca d’Italia. Nel documento inviato al Parlamento via Nazionale sostiene che “gli interventi disposti dall’avvio dell’emergenza sanitaria, che hanno previsto contributi a fondo perduto (e altre misure di sostegno) basati su criteri di ripartizione cambiati nel corso del tempo, possono avere determinato una distribuzione ineguale delle risorse a parità di effetti della pandemia”.
“Ad esempio, le attività economiche le cui perdite si sono concentrate soprattutto nel mese di aprile del 2020 e che rientrano tra i codici Ateco previsti dal decreto Ristori hanno beneficiato di un sostegno superiore rispetto a quelle le cui perdite di fatturato sono state più uniformemente distribuite nel corso dell’anno”. “Inoltre, il meccanismo di determinazione del contributo (che dipende dal livello del fatturato del 2019) contenuto nel presente decreto e nei provvedimenti precedenti può dare luogo a trattamenti molto diversi per contribuenti con caratteristiche simili (in termini di livello e di calo del fatturato). Ma che rientrano in fasce di ricavi per le quali la percentuale del calo ‘ristorata dai contributi è diversa”.
Un decreto sostegni bis in arrivo
Avvertimenti al governo in vista del nuovo provvedimento che l’esecutivo dovrà varare dopo aver chiesto un ulteriore scostamento che si annuncia sui 35 miliardi. Non a caso il ministro del Lavoro Andrea Orlando parla della necessità di interventi più mirati. Al malessere sociale – ha detto l’esponente dem – bisogna rispondere in due modi. Ovvero “lavorando più rapidamente per le vaccinazioni e intervenendo nuovamente con ristori che consentano mirando meglio, cercando di concentrare di più le risorse, di rispondere a questa situazione di difficoltà”.
Il governo avrebbe già cominciato a lavorare al prossimo decreto Sostegni bis che sarà il decreto Imprese. Un lavoro che si intreccia, però, con quello sul Recovery e sul Def Un mese insomma di fuoco per Draghi e i suoi.