“Io e Toninelli, come ministri, assieme al premier Conte, depositeremo una memoria alla Giunta per le autorizzazioni per spiegare che quelle decisioni sono state prese insieme e non sono state solo del ministro dell’Interno”. E’ quanto ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in merito all’autorizzazione a procedere richiesta dal tribunale dei ministro per Matteo Salvini sul caso Diciotti.
“Ci assumeremo le responsabilità – ha aggiunto il leader del M5S – , in maniera collegiale, di quelle decisioni prese in quei giorni per premere sull’Ue per la redistribuzione dei migranti in tutti i Paesi europei. Il mio riferimento sono i senatori della giunta per le autorizzazioni. Non ho detto che abbiamo preso una decisione. Si deciderà dopo quello che si vedrà in giunta, sulle carte, sulle audizioni e sulle assunzioni di responsabilità mie, del ministro Toninelli e del premier Conte”.
“Sono due-tre giorni – ha detto ancora Di Maio – che si sono mischiate un po’ di cose. Prima le differenze di opinione sulla Tav, perché per me con 20 miliardi si costruiscono 2500 scuole nuove a regola d’arte e antisismiche. Poi si è mischiata la Tav con l’ autorizzazione della giunta. Queste sono ricostruzioni che non mi appartengono. Io non ragiono con gli scambi politici. Noi non siamo mai stati per le immunità però questa non è una immunità secondo quello che abbiamo applicato in questi anni ad altri parlamentari della Repubblica, ed è per questo che la decisione arriverà dopo che all’interno della giunta si sarà fatta l’ audizione e le discussioni”.
“Lascio che ciascuno dei senatori legga i documenti – ha detto, invece, Salvini – il vice premier Matteo Salvini al giornale Radio Rai su Radio 1 sul voto in giunta al Senato per l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti se io ho bloccato gli sbarchi, cosa che continuerò a fare, per la sicurezza degli italiani o per altri ragionamenti. Uno scambio Tav contro Diciotti? No, questa è la vecchia politica. Io faccio il ministro, continuerò a farlo con orgoglio. Ognuno pensi a cosa vuole votare in Senato. Io mi alzo e lavoro tranquillo”.