Sempre più determinato e agguerrito. Il leader del M5S, Giuseppe Conte, archivia definitivamente il dialogo con il Pd, conferma che marcerà da solo dritto alla meta e rilancia sugli obiettivi programmatici della forza politica che guida. Non ha parole tenere per i suoi ex alleati.
Conte archivia definitivamente il dialogo con il Pd e conferma che il M5S marcerà da solo
Il Pd? “Chi è causa del suo mal pianga sé stesso”, dice. Parla di “disastro politico” dei dem, afferma di trovarlo incomprensibile: “Sono attonito davanti a questo spettacolo e siccome giochetti e balletti non ci piacciono andiamo orgogliosamente da soli. Noi nelle ammucchiate non entriamo. Il Pd ha dimostrato di preferire la ridente forza politica di Di Maio e Tabacci”.
Dunque anche dopo la rottura tra il Nazareno e Carlo Calenda Conte esclude che si possa aprire qualsiasi canale di dialogo con Enrico Letta. “Li ho tolti dall’imbarazzo di ricevere un altro no”, punge l’ex premier. Ma i motivi principali di questa chiusura secondo l’avvocato non sono solo da addebitare allo scombinato puzzle di alleati che stanno cercando di mettere assieme i dem ma soprattutto, su un piano più squisitamente programmatico, all’agenda che il Pd intende rifilare agli elettori.
La proposta politica con cui il M5S si presenta, i suoi progetti che, dice Giuseppe Conte, “difenderemo con le unghie e coi denti”, sono quanto più lontani si possa immaginare dall’agenda Draghi sbandierata da Letta. “Non ci sono proprio i presupposti politici programmatici per tornare a un’alleanza”.
Le emergenze per il Paese, sono il lavoro sottopagato, il precariato, la sanità e l’ambiente
Le emergenze per il Paese, spiega Conte, sono il lavoro sottopagato, il precariato, la sanità e l’ambiente. Ed è pronto a sguainare la spada per difendere il Superbonus e il reddito di cittadinanza. Il primo – afferma – ha contribuito al rilancio del settore delle costruzioni, il secondo ha garantito un sistema di protezione sociale togliendo dalla povertà un milione di persone.
E ricorda che la leader di FdI Giorgia Meloni “ha dato dei tossicodipendenti a chi prende il reddito di cittadinanza” quanto basta per potere dire che “non è idonea a governare il Paese”. “Non faccio appelli contro l’onda nera che marcerebbe su Palazzo Chigi – aggiunge – anche se conosco l’humus culturale da cui proviene Meloni, ma noi dobbiamo vincere la battaglia delle idee”.
Idee di giustizia sociale, a favore del salario minimo e contro la precarietà (“Basta la giungla di contratti di una settimana, di un giorno, basta tirocini e stage gratuiti “) e di difesa dell’ambiente, innanzitutto.
Parlamentarie, saltano Casalino, Di Battista e Raggi ma ci saranno Costa e Mandoi, Appendino e Patuanelli
Sono state chiuse intanto ieri le autocandidature per la selezione online dei prossimi candidati del Movimento 5 stelle. Alle parlamentarie non correranno Alessandro Di Battista, Rocco Casalino e Virginia Raggi. Ci saranno, invece, l’ex ministro all’Ambiente Sergio Costa e l’ex pm Antimafia pugliese Francesco Mandoi. E molti dei parlamentari al primo mandato.
Sono circa 2mila le candidature di chi si è proposto per correre nelle liste del Movimento 5 stelle. Ora, in attesa di sapere le liste ufficiali, si parla delle assenze pesanti (come quella di Di Battista) e dei volti della società civile che hanno deciso un passo avanti. Hanno fatto sapere di essere della partita l’ex prima cittadina di Torino Chiara Appendino e il ministro Stefano Patuanelli.
Sono ore decisive per la formazione della squadra e, dopo la riconferma del limite dei due mandati, proprio la scelta dei nuovi volti sarà fondamentale per lanciare la campagna elettorale. Conte assicura: “Il sistema e i potentati economici e finanziari ci temono, per far politica come noi ci vuole coraggio. Noi stiamo con i cittadini che non hanno voce. Saremo la sorpresa”.