Il governo britannico fa marcia indietro e abbandona i piani per tagliare le tasse ai ricchi che – era bastato solo l’annuncio – avevano provocato un terremoto sui mercati finanziari, portando la sterlina ai minimi storici.
Conte: “Il centrodestra ha promesso di tagliare le tasse ai più ricchi solo per prendere voti illudendo le persone”
Il taglio dell’imposta sul reddito per la fascia più alta, che sarebbe stata ridotta dal 45% al 40%, è stata oggetto di aspre polemiche, dal momento che avrebbe favorito i più abbienti nel bel mezzo della crisi del costo della vita nel Regno Unito. E la premier si arrende. “Il nostro focus ora è rivolto a costruire un’economia ad elevata crescita che finanzi servizi pubblici di massimo livello, aumenti i salari e crei opportunità in tutto il Paese”, afferma Liz Truss.
Commenta la resa Giuseppe Conte. Il leader del M5S ne approfitta per lanciare un avvertimento alle destre che si apprestano a prendere in mano le redini del governo e per, ancora una volta, rivelare il carattere compromissorio, frutto di un esecutivo di unità nazionale, della famigerata agenda Draghi improntata a un neoliberismo spinto e per nulla attenta alle fasce sociali più fragili.
Lontana anni luce dall’agenda sociale e ambientalista dei Cinque Stelle. “In campagna elettorale il centrodestra ha promesso di tagliare le tasse ai più ricchi con la flat tax solo per prendere voti illudendo le persone. Una promessa spazzata via già il 25 settembre. Da Londra – dice Conte avvisando il trio Meloni-Salvini-Berlusconi – arriva una lezione chiara: il Governo inglese ha dovuto fare retromarcia sul taglio delle tasse alle fasce di popolazione più ricche per non danneggiare la sterlina e mettere inutilmente il debito sotto pressione”.
E ancora: “In un momento di crisi servono certamente politiche espansive, ma indirizzate alle fasce di popolazione in difficoltà, ai lavoratori, alle imprese e agli investimenti ad alto moltiplicatore, come quelli in transizione ecologica. Non a elargire risorse a favore di chi ha già tutto e di più. È la scelta che abbiamo fatto in pandemia, con importanti risultati: +6,7% di Pil nel 2021, riduzione di 5 punti del rapporto debito/Pil in un anno, salvataggio di 1 milione di cittadini dalla povertà, rilancio di settori come l’edilizia, oltre 300mila licenziamenti evitati”.
Politiche espansive che non hanno certo caratterizzato le scelte di politica economica del governo Draghi, a partire dal continuo sabotaggio della misura che ha fatto da traino alla ripresa del Pil in Italia, vale a dire il Superbonus 110%.
E ora che il governo del centrodestra si appresta a mettere le mani sul welfare, minacciando di voler smantellare il Reddito di cittadinanza (e anche il 110% è nel mirino) che l’Europa ha chiesto tra l’altro di rafforzare e che, come l’Istat ha certificato, ha permesso di salvare un milione di persone dalla povertà, scende in campo Beppe Grillo.
Che si rivolge ai percettori del reddito di cittadinanza perché si mettano a disposizione delle comunità per svolgere lavori socialmente utili. Il fatto che siano chiamati a dare la loro disponibilità è già previsto per legge, ma finora l’attuazione nella pratica è stata molto difficile (e non tutti i Comuni si sono attivati così come le Regioni, a guida centrodestra soprattutto, non hanno mai permesso il decollo dei Centri per l’impiego).
“Oggi”, ha scritto Grillo, “i percettori del reddito di cittadinanza sono circa 3 milioni, molti dei quali con competenze che vorrebbero mettere a disposizione della comunità. E infatti sarebbe anche previsto che lo possano fare ma ‘qualcuno’ preferisce impedirglielo, creando ostacoli burocratici per renderlo irregolare, se non illegale, perché è più comodo usarli come carne da cannone per fare la guerra ai poveri”.
“Per questo chiamo a rapporto le Brigate di Cittadinanza”, dice, “cittadini volenterosi che vogliano offrire il loro operato ‘illegalmente’ per aiutare la comunità in cui vivono, con lavori e opere di bene nel proprio quartiere o nel proprio Paese, perché servire la comunità è un dovere ma anche e soprattutto un diritto di ognuno. Cittadini che si possano sentire liberi di poter riparare una panchina dismessa, ripristinare un giardino abbandonato, costruire giochi per i bimbi, mettersi a disposizione per il prossimo”.